Telefono Amico resterà attivo anche a Natale. La onlus, che opera in Italia dal 1967, è nata proprio con l’intento di rispondere alle richieste di aiuto di chiunque si trovi in ​​uno stato di crisi o emergenza emozionale, di necessità di sostegno psicologico. L’ascolto, infatti, è garantito da 500 volontari, distribuiti in 20 centri locali lungo tutta la penisola, presenti, per chi ha bisogno, 365 giorni all’anno, dalle 10 alle 24. Quest’anno, e per il nono anno consecutivo, l’organizzazione di volontariato organizzerà la consueta maratona telefonica no-stop, dalle 10 del giorno della Vigilia fino alla mezzanotte del 26 dicembre, Santo Stefano.

Anche a Natale Telefono Amico resterà attivo per ascoltare chi è solo. Quando e dove chiamare: i giovani in difficoltà e il lavoro encomiabile dei volontari

Sul sito internet dell’organizzazione sono disponibili tutti i recapiti per mettersi in contatto con i volontari. Quando il telefono squilla spesso sono i giovani che parlano e si confidano dall’altra parte della cornetta. I bisogni e le domande dei ragazzi sono tante, ma c’è anche chi chiama Telefono Amico solamente per ringraziarlo della vicinanza durante un momento particolarmente difficile. Le storie di rinascita grazie al sostegno di una voce amica sono diverse, ed è anche grande l’esigenza di essere ascoltati e condividere le proprie esperienze di vita. Il Covid, poi, ha accentuato ancora di più le distanze che i ragazzi percepiscono all’interno di un mondo fatto sempre di più di relazioni virtuali e frammentato dalla rete internet. Anche le relazioni famigliari si inseriscono però in quella “rete” di rapporti sempre più fragili, fatta di genitori il più delle volte assenti. A rappresentare un pesante fardello è anche l’incertezza e la paura per il futuro, che si avverte sempre più astratto, con una sicurezza personale ed economica ancora più difficile da ottenere. La vicepresidente di Telefono Amico, Cristina Rigon, sostiene che soprattutto per i giovani si sia venuta a creare una grande difficoltà nell’avere dei punti di confronto in primis con la famiglia la quale, il più delle volte, è assente, giudicante e spesso preferisce negare l’esistenza di un problema anzichè affrontarlo. Durigon sottolinea come l’incertezza globale viene avvertita moltissimo anche dai giovani: molto spesso, infatti, quando si parla di solitudine il riferimento porta agli anziani, ma quello che emerge dalle statistiche delle telefonate ricevute dall’organizzazione, è che spesso sono proprio i ragazzi ad essere molto soli perché non trovano un orecchio disposto ad ascoltarli.

Qualche numero

Nel 2021 Telefono Amico ha potuto dare risposta a oltre 640 persone: il 26 percento in più rispetto al Natale precedente, il 2020, e ben il 78 percento in più rispetto al Natale 2019, l’ultima prima della pandemia. Il Natale, si sa, è un momento particolare perché al clima di feste ,che accompagna una parte della popolazione, le persone che sono a disagio vedono ancora di più la loro sofferenza accentuarsi. A chiamare sono principalmente uomini (il 59 percento), di età compresa tra i 46 ei 55 anni e che soffrono di solitudine, difficoltà esistenziali e relazioni famigliari. I giovani prediligono whatsappp e scrivere delle e-mail per confrontarsi, specialmente le ragazze tra i 19 ei 25 anni, che rappresentano circa un 25 percento. Seguono poi le fasce di giovani dai 15 ai 18 anni, e dai 26 ai 45 anni, che rappresentano circa un 20 percento. Il punto di forza di Telefono Amico è soprattutto poter raccontare in modo del tutto anonimo la propria storia, condividendo argomenti complessi e seri. Dinamiche di vita che i ragazzi spesso non sanno come affrontare, come la malattia mentale, l’autolesionismo e i disturbi alimentari.