Alice Pignagnoli, la 33enne calciatrice della Lucchese, è stata “licenziata” dal club perchè incinta e dice “La Lucchese non dice il vero, non mi pagherà la società, ma il fondo di solidarietà”. La giocatrice, nata a Reggio Emilia, con un passato alla Reggiana femminile, al Milan in serie A e poi alla Torres (con Scudetto e Supercoppa Italiana 2012) racconta: “A metà ottobre ho scoperto di essere incinta per la seconda volta, l’ho comunicato al manager della Lucchese, Mario Santoro, e mi sono sentita dire che gli impegni presi in estate vanno rispettati. Non era più loro intenzione pagarmi ciò che mi spetta”. La Lucchese, pensando di poterlo fare le ha dato il benservito, ma poi ieri hanno chiamato il legale della Pignagnoli dicendo di pagare i mesi arretrati, ovvero da agosto e fino a gennaio. E poi? “La FIGC ha fatto inserire all’interno dei contratti una clausola che dice di assolvere i doveri contrattuali fino a fine stagione e di non interrompere in maniera unilaterale il contratto stesso. E questo grazie alle nostre battaglie. Fino a gennaio mi pagherà la Lucchese e poi il fondo di maternità istituito da molte altre federazioni, visto che siamo delle dilettanti (solo la serie A è considerata professionista). Ora dovrà fare domanda per accedere al fondo che copre 12 mensilità”.
Pignagnoli risponde alla Lucchese sui pagamenti mancanti
Questa mattina la Lucchese ha diramato un comunicato stampa
In data 20 dicembre l’ASD Lucchese ha eseguito il pagamento di tutti i compensi dovuti alla Signora Pignagnoli e provvederà, al pari delle altre tesserate, a riconoscere alla stessa gli importi contrattualmente convenuti fino al termine della stagione sportiva. Si smentisce categoricamente che dirigenti della società abbiamo manifestato l’intenzione di non riconoscere alla calciatrice quanto alla stessa dovuto.
La replica della Pignagnoli, che stasera interverrà nella trasmissione “Tutto Sport” su Radio Cusano Campus alle ore 20.30: “Non è assolutamente così e lo dimostra il fatto che non mi pagheranno loro per intero. Con il Cesena mi capitò di rimanere incinta ma in quella occasione la società si comportò in maniera egregia rinnovandomi il contratto e dandomi l’opportunità di continuare a fare parte della squadra, mentre la ferita qui è grande perchè avrei desiderato stare con la squadra e invece ho dovuto liberare il posto letto, mi hanno espulso dal gruppo whatsapp. E’ sconcertante vedere come si sono comportati, una persona non si merita questo in primo luogo come donna, come mamma e poi come sportiva. Dobbiamo esser maggiormente tutelate”.
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