C’è chi lo ha definito “effetto price cap” e chi invece è convinto che sia un idillio destinato a terminare. Nelle 72 ore successive all’accordo raggiunto a Bruxelles sull’introduzione di un tetto, il prezzo del gas è sceso sotto la soglia psicologica dei 100 euro/MWh: tant’è che in molti si sono chiesti se questa discesa (abbastanza brusca, parliamo di un 30% in meno) si possa ripercuotere anche sulle bollette del gas.
Alle 11 di questa mattina, l’indice di Ttf è in calo del 5,6% a quota 92,2 euro: valori che si avvicinano molto a quelli fine di maggio e soprattutto a quelli del 23 febbraio, il giorno spartiacque (88,5 euro). Giustificazioni ulteriori di questo abbassamento sono, secondo gli operatori, gli stoccaggi mediamente colmi oltre l’80% e una domanda in calo. Eppure, ci si attende che la stagione invernale, entrata ieri ufficialmente nel calendario, possa ridurre questo impatto sulle cifre che leggeremo nelle nostre abitazioni. Ma ci sarebbe anche il meteo come variabile imprevedibile che potrebbe dare una mano ulteriore alle famiglie italiane.
Price cap e bollette del gas 2023, il vero fattore sarà la domanda
Price cap e bollette del gas più leggere, c’è correlazione? Il tetto al prezzo entrerà in vigore a partire dal 15 febbraio 2023 in presenza di due condizioni: superamento della soglia dei 180 euro/MWh per tre giorni e differenziale di prezzo tra l’indice Ttf di Amsterdam e il valore medio di mercato pari a 35 euro/Mwh. Una volta che questi paletti si verificano, la soglia scatta per i successivi 20 giorni.
Ma le critiche non sono mancate, specialmente per chi ha fatto notare i prezzi medi fino al periodo prepandemico si aggiravano intorno ai 30 euro/MWh oppure da chi ha calcolato che l’impatto del price cap avrebbe abbassato l’importo medio del 2022 da 134 euro a 128 al megawattora.
Ecco perché, tutte queste incognite potrebbero persino peggiorare la situazione, di conseguenza le bollette degli italiani non saranno granché intaccate da questa manovra (tra l’altro, nel 2023 continuerà l’aggiornamento trimestrale delle tariffe secondo i nuovi calcoli di Arera). Di conseguenza, la principale arma a disposizione degli italiani per vedere bollette meno salate consiste nel ridurre la domanda: parola di Stefano Besseghini, direttore dell’Arera (la società che gestisce i contratti energetici italiani). D’altronde, l’Italia sta cercando di cautelarsi ricorrendo ad altri partner anche per la consegna di Gnl (e qui entra in gioco il capitolo rigassificatori). Poi, l’Europa ha aumentato del 42% la sua produzione rinnovabile nel 2022 ed è assai probabile che anche la nostra economia possa trarne giovamento, spinta dal ritorno del vento.