Giuliano De Seta indagini. Dopo tre mesi ci ritroviamo purtroppo a parlare nuovamente dell’accaduto che ha visto morire un ragazzo di 18 anni, Giuliano De Seta, studente iscritto al quinto anno presso l’istituto tecnico Da Vinci di Portogruaro, che avrebbe conseguito il diploma con l’indirizzo in elettronica: il suo sogno nel cassetto era quello di diventare un ingegnere.

Stava svolgendo uno stage per conto della sua scuola presso una ditta specializzata nella lavorazione del metallo a Noventa di Piave. La tragedia consumatasi quel maledetto 16 settembre al tempo aveva riacceso tutte le polemiche del caso sull’alternanza scuola lavoro, introdotta con lo scopo di fornire agli studenti una formazione più tecnica e pratica, da affiancare all’esperienza in aula.

Giuliano De Seta indagini

Per la tragedia avvenuta il 16 settembre 2022 il sostituto procuratore Antonia Sartori ha iscritto nel registro degli indagati, tutte con le ipotesi di omicidio colposo il titolare della ditta presso la quale era in opera lo stage (Bc Service) Luca Brugnerotto, il responsabile della sicurezza della ditta, l’insegnante in vesti di tutor scolastico (colui il quale deve seguire la prassi per il tirocinio degli studenti nell’ambito del programma Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) e la preside dell’Istituto scolastico presso il quale il ragazzo stava studiando.

Giuliano De Seta indagini: criticità sulle condizioni di sicurezza dell’azienda veneta

Le indagini richiedono il tempo necessario per acquisire quante più informazioni possibili tra documenti, fotografie, perizie e relazioni (che si possono mettere a disposizione dei legali delle parti coinvolte) per mezzo delle quali si può arrivare ad accertare se ci sono stati dei reati o meno.

Da quelle eseguite in merito alla morte di Giuliano De Seta sono emerse alcune criticità sulle condizioni di sicurezza presenti nell’azienda Veneta, una delle quali raccontata dall’operaio che stava accanto al ragazzo e che ha chiamato subito i soccorsi intorno alle 17:00.

Per sua bocca, interrogato non una ma due volte avrebbe spiegato che il manufatto era solo poggiato su due cavalletti, assicurato dalle catene ma non agganciato al carroponte, se lo fosse stato avrebbe evitato l’immane tragedia che poi si è consumata.

Giuliano De Seta Indagini: la dinamica dell’incidente

Ma come è accaduto l’incidente mortale? Lo stampo di circa 1 tonnellata posta su due cavalletti alti 60 cm non avrebbe mai potuto colpire alla testa una persona in piedi, e allora cosa è successo? queste le domande degli inquirenti.

Dal contenuto che riporta il Corriere, ci sono le dichiarazioni di alcuni dipendenti della ditta sotto indagine, tra i quali quello dell’operaio che affiancava lo studente in formazione. Avrebbe detto:

Penso che Giuliano senza che me ne accorgessi, usando il carroponte abbia sollevato il manufatto, lo abbia girato manualmente e lo abbia posizionato di nuovo sui cavalletti. Ma aveva anche tolto le catene sicché, riprendendo il lavoro, il manufatto si è sbilanciato”.

Quanto sopra enunciato sarebbe solo un ipotesi dal momento in cui, un altro dipendente sentito dagli inquirenti ha spiegato che quando viene attivato il carroponte emette un suono udibile persino con il tappo nelle orecchie.

Se l’operaio, come avrebbe detto ha perso di vista Giuliano per alcuni minuti è altrettanto vero che da una simulazione di manovra eseguita è stato constatato che per sganciare il manufatto occorrono almeno 25 minuti. Quindi anche l’operaio potrebbe rischiare di venir iscritto nel registro degli indagati qualora si scoprisse qualche menzogna sui dettagli dell’incidente.

Giuliano De Seta Indagini: quale accusa all’imprenditore Luca Brugnerotto

La posizione del titolare della Bc Service è molto critica dal momento in cui sono state riscontrate delle criticità nella sua assenza in materia di sicurezza: secondo il pubblico ministero egli non avrebbe adottato le procedure in grado di garantire la stabilità dei carichi lasciando passare il fatto che i dipendenti della ditta lavorassero sugli stampi privi di dispositivi ne potessero evitare la caduta.

Il sospetto che vige sull’imprenditore Veneto è quello di non aver fornito allo studente un’adeguata formazione sui rischi aziendali.

Difendendosi Brugnotti avrebbe sostenuto che la sicurezza nella sua impresa era una priorità e che Giuliano per lui era come un figlio.

Ad operare in materia di controllo c’è lo Spisal (Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro) che avrebbe rilevato una serie di irregolarità: dai cavalletti non conformi perché sprovvisti di chiare indicazioni della portata, alla mancata protezione degli operai dalla caduta dei materiali, fino all’assenza di un adeguato Documento di valutazione dei rischi. (il famigerato Dvr di cui tutte le aziende dovrebbe essere provviste)