Arriva la proroga per tavolini e dehors fino al prossimo 30 giugno 2023. La richiesta avanzata da Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, non è rimasta inascoltata: le semplificazioni e le deroghe per l’occupazione di suolo pubblico da parte di bar e ristoranti non scadranno il 31 dicembre 2022. All’interno del testo della manovra, che approderà nei prossimi giorni in Parlamento dopo essere passata al vaglio della commissione Bilancio, è stata infatti inserita l’attesa proroga fino al 30 giugno 2023. Dehors e tavoli all’aperto sono salvi, con buona pace di commercianti e ristoratori.
Proroga fino al 30 giugno 2023 per tavolini e dehors: cosa prevede la norma e come inviare la domanda per gli esercenti
La modifica proroga il termine che era stato stabilito al 31 dicembre 2022 per l’occupazione del suolo pubblico per il settore della ristorazione, con gli esercenti che potranno continuare a realizzare pedane all’esterno dei propri locali occupando strade e marciapiedi. Basterà presentare la domanda per la nuova autorizzazione in via telematica, allegando semplicemente la planimetria degli allestimenti su strade e sulle piazze anche di interesse culturale e paesaggistico senza necessità di autorizzazioni da parte del Soprintendente o del ministero dei Beni culturali. I dehors sono senza dubbio una delle eredità positive della pandemia. Per garantire il distanziamento e, a bar e ristoranti, la possibilità di lavorare, durante i mesi segnati dal Covid, si è scelto di rendere più semplici le procedure per l’occupazione di suolo, con risultati in molti casi ottimi. “I dehors hanno ridato vivibilità e sicurezza a molti spazi urbani” ha detto Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe. “Sono apprezzati dai cittadini e, se ben gestiti e normati, danno l’immagine di una città sempre più accogliente e consentono di migliorare la qualità della vita di tutti”, conclude. Se non fosse arrivata la proroga, però, tutto sarebbe tornato alla fase pre pandemica: i bar e i ristoranti che in questi mesi hanno ottenuto l’occupazione in deroga del suolo pubblico avrebbero dovuto rimuovere i loro tavolini e chiedere, eventualmente, nuove autorizzazioni ai Comuni di riferimento. Per far sì che questa proroga non porti solo a una posticipazione del problema occorre giungere all’approvazione di regolamenti specifici a livello comunale. Lo ha chiesto anche Fipe: secondo il vicepresidente Sbraga, infatti, è necessario passare da una situazione emergenziale e una situazione strutturale, che non deve avere regole identiche, ma deve essere un giusto compromesso anche per contrastare fenomeni negativi di abuso e abusivismo. I dehors hanno permesso a molti bar e ristoranti, anche nella stagione invernale grazie a “funghi” riscaldanti e simili, di aumentare esponenzialmente il numero dei coperti, aumentando così anche il valore dell’attività. C’è un però: le misure di semplificazione sono state attivate in una situazione di emergenza, per permettere a bar e ristoranti di lavorare nonostante le problematiche sanitarie. Nonostante le maglie larghe dei regolamenti, non tutte le attività hanno potuto beneficiare di spazi all’aperto. E dal momento che non si tratta più di un quadro emergenziale, ma di un ritorno alla normalità, appare quindi giusto che chi ha goduto di questi benefici torni alla situazione pre Covid. Si rischierebbe, altrimenti, una concorrenza sleale nei confronti di chi non può beneficiare della stessa opportunità.
Le reazioni del Codacons
La misura che trova bil plauso degli esercenti, ha suscitato invece le critiche di associazioni come il Codacons che anticipando ricorsi parla di un vero e proprio “stupro senza fine ai danni dei centri storici e delle città e un immenso regalo a bar e ristoranti sulla pelle dei cittadini”. Il presidente dell’associazione Carlo Rienzi ha detto:
Per tale motivo il Codacons è pronto a denunciare il Governo per abuso di atti d’ufficio e a ricorrere in Tribunale per bloccare il provvedimento.