Oggi il tribunale belga esaminerà il caso di corruzione in cui è coinvolta l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kail. L’ex giornalista di 44 anni è stata espulsa dal suo incarico di vicepresidente parlamentare dopo i raid della polizia all’inizio di questo mese. La donna, detenuta da 11 giorni in carcere in Belgio, è diventata uno dei volti chiave del caso qatargate.
Eva Kail: “Mi sento turbata e tradita”
Uno degli avvocati di Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, ha detto ai giornalisti a Bruxelles che Eva Kail è “molto turbata” e si sente tradita dal fidanzato e coimputato Francesco Giorgi.
Le cose sono difficili, ma abbiamo argomenti legali molto forti per liberarla.
Ha detto il legale, sostenendo che Kaili “non è a rischio di fuga e non è in grado di distruggere le prove”.
Ricordiamo che l’ex giornalista è stata arrestata il 9 dicembre quando la polizia belga, perquisendo diversi indirizzi, ha trovato 1,5 milioni di euro in contanti. Kaili è stato incriminata poco dopo e da allora è stata incarcerata. Un giudice belga ha autorizzato l’arresto e la detenzione di Kaili sulla base del fatto che sarebbe stata colta in flagrante con denaro contante, il che significa che la sua consueta immunità parlamentare non poteva essere invocata.
Ma la signora Kaili “non sapeva dell’esistenza di questi soldi”, ha assicurato il suo avvocato greco Michalis Dimitrakopoulos, accusando il signor Giorgi di aver “tradito la fiducia” della sua compagna.
Qatargate, chiesta la scarcerazione con braccialetto elettronico
Durante l’udienza di questa mattina, i legali della Kaili hanno chiesto la scarcerazione con sorveglianza tramite l’applicazione di un braccialetto elettronico:
Sta partecipando attivamente all’inchiesta e noi rigettiamo tutte le accuse. Abbiamo chiesto la scarcerazione con il braccialetto elettronico, ha una figlia da cui tornare, non vuole scappare.
Poi, Andrè Rizopoulos e Mihalis Dimitrakopoulos – i due avvocati dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo – hanno aggiunto:
Non abbiamo mai visto una fuga di notizie di questa portata con la violenza del segreto istruttorio, mettendo a rischio il diritto alla difesa. La procura federale ha aperto un’inchiesta.