C’è attesa per la decisione del Tar del Lazio riguardo il rigassificatore di Piombino. Dopo il ricorso con il quale il Comune ha impugnato l’ordinanza commissariale che ha portato al rilascio dell’autorizzazione per la realizzazione di un rigassificatore in porto tramite l’ormeggio della nave Golar Tundra, la sentenza definitiva dovrebbe arrivare nelle prossime ore, o al massimo giorni. La discussione del ricorso si è tenuta ieri mattina e l’udienza è stata presieduta dal consigliere Alfonso Graziano, che ha sostituito alla guida della terza sezione del Tar del Lazio il presidente Silvestro Maria Russo, sospeso dalle funzioni per un anno, a causa del suo coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Roma sulla corruzione al Tribunale amministrativo.
La decisione del Tar del Lazio sul rigassificatore di Piombino. La vicenda, gli sviluppi e le possibili conseguenze
Alla base del ricorso presentato dal comune toscano, la nave, essendo dotata di serbatoi per il gas naturale liquido ‘a membrana’, non adatti alla navigazione quando si trovano in condizioni di parziale riempimento, non è in grado di rispettare la principale condizione che è stata posta dalla capitaneria, e cioè di disancorare in caso di necessità, allontanandosi dall’area del porto. Una criticità questa, che secondo i tecnici comunali metterebbe a rischio l’intera città di Piombino. Per il governo invece la nave-impianto di fronte a quel porto è indispensabile per il piano energetico nazionale, ora che Putin chiude e presumibilmente chiuderà sempre più i suoi rubinetti. In più la vicenda è anche un garbuglio politico. Il sindaco Francesco Ferrari è di Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni. Il suo ricorso chiede una sospensiva all’autorizzazione all’impianto firmata dal governatore della Toscana Eugenio Giani. Che è del Pd, ma ha dato il via libera nella veste di commissario di governo. La firma di Giani era arrivata il 25 ottobre, il ricorso era stato depositato il 24 novembre e ieri si è tenuta al Tar del Lazio la discussione. Non senza un colpo di scena: a presiedere l’udienza, partita con un certo ritardo, si è detto, è stato il consigliere Alfonso Graziano, che ha dovuto sostituire alla guida della III sezione il presidente Silvestro Maria Russo, sospeso a causa del suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla presunta corruzione al Tribunale amministrativo. Il ministro della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, aveva definito “vitale” l’opera, augurandosi di vederla realizzata e in funzione già dal marzo-aprile prossimi. Così pure l’ex ministro e attuale consulente del governo Roberto Cingolani che a ottobre faceva due conti: “Abbiamo sostituito 29 miliardi di metri cubi annuali dalla Russia con 25 miliardi da altre forniture – spiegava -. Metà di questo gas va in conduttura, l’altra metà è gnl”, cioè gas naturale liquefatto, che si trasporta via nave. Ma per entrare nei tubi e arrivare alla fine nelle case deve prima ritornare allo stato gassoso: ed è proprio a questo che servono i rigassificatori.
Numeri e prospettive
La nave-rigassificatore Golar Tundra è un colosso acquistato da Snam lo scorso giugno per 350 milioni di dollari, con una capacità di stoccaggio di circa 170 mila metri cubi di gnl e una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi l’anno. Da sola copre circa il 6,5 percento del fabbisogno nazionale, e porta la capacità di rigassificazione italiana a oltre il 25 percento della domanda. Un’altra nave-impianto dovrebbe arrivare a Ravenna nel 2024. Ma intanto il problema è nel Tirreno. Il Presidente della regione Giani tra l’altro aveva assicurato che nel porto di Piombino il rigassificatore ci starà per soli tre anni e poi si passerà a una piattaforma offshore: per questo aveva concesso 100 giorni di proroga a Snam per trovare una collocazione al futuro impianto. Ma i comitati sono rimasti scettici, e di certo non promette bene lo stop della maggioranza in commissione Bilancio della Camera a un emendamento Pd alle opere compensative per Piombino. Secondo governatore Giani la via da seguire è quella di un’intesa tra Regione Toscana e governo. Nel mentre si aspetta di sapere qual è la decisione del Tar.