I Buoni fruttiferi postali sono tutti soggetti all’imposta di bollo? La scadenza è ormai vicina e in tanti non sono convinti di doverla pagare. L’imposta di bollo è una delle tante tasse con cadenza annuale, ciò significa che il pagamento scade il 31 dicembre 2022.

I risparmiatori non amano le tasse, specie se applicate sui Buoni fruttiferi postali. L’imposta grava sul rimborso dei titoli solo se sfora il limite previsto dalla normativa vigente. Si tratta di un’imposta regolamentata dalla normativa UE.

In questo articolo cercheremo di analizzare il valore dell’imposta di bollo, per capire se è dovuta la tassa sui Buoni fruttiferi postali, ma soprattutto, chi non deve pagarla e perché.

Imposta di bollo sui Buoni fruttiferi postali 2022

I Buoni fruttiferi postali essendo dei prodotti finanziari possono essere soggetti all’imposta di bollo. In questo caso, il riferimento cade sull’applicazione di una tassa annuale.

La tassa viene applicata sui Buoni fruttiferi postali emessi dopo il 1° gennaio 2009. La normativa per l’applicazione del bollo considera tutti i buoni anche se dematerializzati o rilasciati in forma cartacea

Tuttavia, non sempre la tassa è dovuta. In quanto, secondo la norma i Buoni fruttiferi postali sono soggetti a tassazione e, quindi, all’applicazione dell’imposta di bollo, se il loro valore supera una specifica soglia.

Il pagamento dell’imposta di bollo sui Buoni segue una cadenza annuale, quindi per l’anno in corso la tassa viene calcolata al 31 dicembre 2022.

Se, i Buoni fruttiferi postali vengono chiusi, la tassa cadrà sui giorni in cui il buono è risultato attivo, rapportato all’anno di riferimento dell’avvenuta chiusura.

Come non pagare l’imposta di bollo sui Buoni fruttiferi postali

L’imposta di bollo è una delle tante tasse in scadenza il 31 dicembre 2022, applicata sui Buoni fruttiferi postali con un valore maggiore di 5.000 euro.

Devo pagare la tassa, se la somma dei miei Buoni fruttiferi postali supera i 5.000 euro, ma singolarmente ne valgono meno? Si, assolutamente. La normativa per l’applicazione dell’imposta di bollo non considera il valore del buono singolo, ma procede al cumulo dei bfp intestati al singolo soggetto.

Occorre, sottolineare, che l’imposta di bollo non viene pagata subito alla scadenza del 31 dicembre 2022, ma la tassa viene applicata nel momento del rimborso del Buono fruttifero postale.

In sostanza, anche l’imposta è soggetta al cumulo, con il saldo, quindi, con il riscatto del buono viene applicata l’imposta.

Poste Italiane procede alla somma dei bfp registrati sui clienti. Un’operazione semplice grazie all’incrocio dei codici fiscali.

Pertanto, se non si vuole pagare questa tassa, è indispensabile che i buoni risultino registrati a nomi diversi e non riconducibile alla stessa persona.

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Quando si paga l’imposta di bollo sui Buoni fruttiferi postali

Come spiegato innanzi, l’imposta di bollo viene applicata nel momento del ritiro del buono fruttifero postale. Per questo motivo, interessa sapere come si calcola il valore della tassa.

Cassa Depositi e Prestiti ha previsto un valore minimo a cui Poste Italiane deve attenersi. In questo caso, il minimo applicabile sui bfp corrisponde al valore di 34,20 euro, se il titolare del titolo è una persona fisica. Viceversa, l’imposta di bollo corrisponde al valore di 100 euro.

I parametri da considerare per il calcolo dell’imposta di bollo sui bfp sono diversi. In primo luogo, a partire dal 2012 è stato introdotta una soglia minima e un valore massimo che corrisponde all’importo di 1.200 euro.

Per il 2013, invece, è stata attivato un correttivo sull’importo dei buoni, se i titolari non sono persone fisiche.

In altre parole, i soggetti non persone fisiche titolari di buoni fruttiferi postali sono tenuti a pagare l’imposta  di bollo dal limite di 4.500 euro.

Concludendo, si può evitare il pagamento dell’imposta di bollo sui Buoni fruttiferi postali, se il valore non supera i 5.000 euro per le persone fisiche e non siano presenti più buoni intestati alla medesima persona.