Cavalla gravida investita a San Benigno Canavese, in provincia di Torino. Una triste storia, con un finale macabro e agghiacciante. La cavalla era gravida, aspettava un puledrino. Una serie di vicissitudini che culminano nella tragedia per Roxette, l’ex campionessa di trotto, prima rubata e poi abbandonata in strada e investita dagli automobilisti.
Cavalla gravida investita a San Benigno Canavese: le dinamiche sul campo
Ma come potrebbe esser successa una cosa del genere? Sembra che la cavalla Roxette si stata portata via dai ladri, tagliando via una recinzione elettrificata dell’allevamento in cui si trovava (era a San Benigno e vedeva vicino a Roxette altri quattro cavalli), poi i malviventi non avrebbero saputo come gestire la cavalla, perché non possedevano un giusto mezzo per trasportarla, e l’avrebbero abbandonata in strada, dove sarebbe morta.
Un gesto del genere ha provocato una situazione non solo di grande pericolo per la cavalla, ma anche per gli automobilisti. Attualmente, non si sa quale guidatore l’avrebbe investita, uccidendo anche il piccolo che portava in grembo: il conducente, infatti, non avrebbe dato l’allarme, ritardando di molte ore l’arrivo dei soccorsi e provocando la morte dell’animale, già gravemente ferito.
Si pensa, comunque, che la cavalla, abbandonata per la strada, stesse tentando di ritornare al suo allevamento, prima di essere colpita. Il suo corpo è stato recuperato dai veterinari del’Asl To4, che, però, non hanno potuto aiutare in alcun modo la povera Roxette.
L’episodio è stato segnalato alla polizia dai proprietari dell’allevamento, che, per fortuna, non hanno perso anche gli altri cavalli insieme a Roxette: potevano, infatti, anche correre via e scappare, in seguito al buco praticato nella recinzione dai ladri che hanno rubato la campionessa di Trotto.
Cavalla gravida investita: la ricostruzione
Nonostante la vicenda sia avvenuta domenica scorsa, soltanto nelle ultime ore si sono raccolte effettive notizie su quanto successo. Sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Chivasso e il caso è attualmente sottoposto ad ulteriori indagini.
Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, il nome della cavalla era Roxette Griff, 12 anni, ed ex campionessa al trotto.
Cavalla gravida investita a San Benigno Canavese: Roxette Griff
La cavalla Roxette Griff aveva alle spalle diversi anni di gare vinte e premi guadagnati che la etichettavano come campionessa di trotto, prima che avvenisse il suo effettivo ritiro nel 2020.
Era solita correre per la scuderia il Grifone di Vigone. Insieme a lei, in allevamento a San Beningno, vivevano altri quattro cavalli. Tutti quanti erano posti sotto una tettoia e con un recintato elettrico intorno. Roxette, però, rubata, abbandonata e poi investita, valeva decine di migliaia di Euro.
Tra i tanti premi vinti, la cavalla è arrivata a toccare il culmine di 80.000 euro. Un percorso degno di nota per l’animale che portava in grembo un piccolo puledrino: sarebbe nato in primavera.
Maltrattamenti nei confronti degli animali in aumento
Solo negli ultimi dieci giorni di dicembre, (vale a dire a partire dal 10 di questo mese), sono tanti i casi di maltrattamento, o di incidenti legati alla violenza dell’uomo sugli animali. Tra le notizie correlate a questo tragico incidente, sono enumerabili, ad esempio, le numerose violenze sui cani.
A ritroso nel tempo, lo scorso 19 dicembre a Catania, un 53enne ha sparato con un fucile ad un randagio che rovistava nei rifiuti. Ancora, per aver azzannato due galline, lo scorso 15 dicembre un cane è stato legato ad un auto e trascinato sino alla morte, in provincia di Lecce. Il 10 dicembre, sempre un cane è stato trovato in un cassonetto con le zampe legate.
Il presidente dell’Oipa Massimo Comparotto ha commentato in questo modo il folle aumento della violenza nei confronti degli animali:
“Le associazioni, come la nostra, lottano per la difesa degli animali in perfetta solitudine, a colpi di denunce e mettendo in campo volontari e guardie zoofile. E ora siamo persino costretti a vedere peggiorare il quadro.”
Comparotto, inoltre, tiene a ricordare quanto il maltrattamento degli animali sia anche indice di pericolosità sociale e crede che le pene nei confronti di quanti abbiano mostrato crudeltà siano davvero troppo leggere, tanto da non costituire neppure un deterrente da atti del genere. Il codice penale, del resto, prevede che:
“chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.”
La stessa pena viene raddoppiata della metà, qualora l’animale muoia a causa di questi maltrattamenti.