Alberto Asor Rosa morto. Dopo una vita dedicata all’insegnamento – oltre cinquant’anni passati tra le aule della Sapienza – e allo studio della letteratura italiana, Asor si è spento oggi, all’età di 89 anni, a causa di un arresto cardiaco dopo anni di salute traballante, tra problemi cardiaci e polmonari, come hanno fatto sapere le figlie. Il mondo della cultura – nazionale e non – piange la perdita di un grande intellettuale.
Alberto Asor Rosa morto: l’intellettuale aveva 89 anni
Nato nel 1933 a Roma, Alberto Asor Rosa, più spesso citato solo come Asor, saggista, storico della letteratura e docente universitario, è stato uno dei protagonisti del panorama culturale e politico di mezzo secolo. Allievo di Natalino Sapegno e Giuseppe Ungaretti, si è laureato discutendo una tesi su Vasco Pratolini alla Sapienza, dove avrebbe poi insegnato per anni Letteratura italiana, diventandone professore emerito. Di formazione marxista, nel 1956, in seguito alla rivoluzione ungherese, è tra i firmatari del celebre “Manifesto dei 101”, con il quale diversi intellettuali si schierano contro l’interventismo sovietico, e si distacca dal Pci, rientrandovi solo nel 1972; nel 1965 pubblica “Scrittori e popolo”, in cui critica il filone populista della letteratura italiana di quegli anni, rappresentata, tra gli altri, da Pier Paolo Pasolini, in “Ragazzi di vita”.
Negli anni Settanta, dopo aver realizzato il volume “Intellettuali e classe operaia: saggi sulle forme di uno storico conflitto e di una possibile alleanza”, Asor pubblica “Galilei e la nuova scienza” e cura per Laterza “La cultura della controriforma”. Nel 1975, per Einaudi si occupa, nel volume “Storia d’Italia”, del capitolo “La cultura” e scrive “La lirica del Seicento” e “I poeti giocosi dell’età barocca”. Sempre per Einaudi, nel 1977 scrive “Genus Italicum” e “Le due società”, mentre con La Nuova Italia pubblica “Sintesi di storia della letteratura italiana” nel 1979, anno in cui si occupa, per l’Enciclopedia Einaudi, della sezione “Intellettuali”. Diventa, inoltre, deputato del Pci, ma lascia il Parlamento già nel 1980.
Diventato nel 1981 direttore di “Laboratorio politico” scrive per Bulzoni Editore “Ungaretti e la cultura romana”, mentre nel 1985 pubblica alcune riflessioni politiche in “L’ultimo paradosso”. Nel 1990 viene scelto come direttore di “Rinascita”, settimanale del Partito Comunista Italiano del quale rimane alla guida per un anno. Nella seconda metà degli anni Novanta, scrive “La sinistra alla prova” (Einaudi) e “Un altro Novecento” (La Nuova Italia) e, negli anni successivi, è autore di “Letteratura italiana del Novecento. Bilancio di un secolo” e “Stile Calvino: cinque studi”. Nel 2002 viene nominato cittadino onorario di Artena, paese che frequentava da bambino poiché vi abitava la nonna materna, e pubblica per Einaudi il romanzo “L’alba di un mondo nuovo”, ambientato negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 2003, raggiunti i limiti di età per la pensione, lascia l’attività didattica, dopo ben 52 anni passati tra le aule universitarie della Sapienza, lì dove ha sempre amato stare. Negli anni successivi non ha mai smesso di studiare e pubblicare, leggere e scandagliare i grandi temi della letteratura. L’ultima uscita, nel 2020, è “Scritture critiche e d’invenzione”, contenente un’ampia selezione della sua produzione saggistica e letteraria. Ci lascia oggi, all’età di 89 anni, per problemi di salute. “Una grandissima parte dell’uomo non può essere detta – scriveva in “L’ultimo paradosso” -. La poesia cerca di dire quello che non si può dire. È una scommessa rischiosa, che nessun sistema dell’informazione potrebbe accettare: se lo facesse, verrebbe subito messo in liquidazione. Così, la poesia è mettere in parole quello che, a rigore, non può essere messo in parole, quello che non ha nemmeno forma di parole”. “È stato un maestro a cui devo moltissimo – scrive il giornalista Pierluigi Battista -. Mi ha insegnato a leggere la letteratura, a capire che la forza degli argomenti è più importante di ogni dissenso”. Come lui, sono in molti a ricordarlo per i suoi preziosi insegnamenti.