Tragedia festeggiamenti di Buenos Aires. I festeggiamenti per il mondiale vinto dalla nazionale di calcio del proprio paese rappresentano un rito dappertutto. La prassi ormai com’è consuetudine fare prevede che al ritorno della spedizione lo staff tecnico e tutti i calciatori facciano un giro lungo le vie della capitale per arrivare poi alla piazza principale e salutare i propri tifosi da una balconata di un palazzo comunale o da un palco predisposto per l’evento.
Organizzare però tutto questo, significa pianificare, progettare le vie di sfollamento, i punti di raccolta, insomma assumere tutti gli accorgimenti essenziali per un piano tale da garantire la sicurezza di tutti. per i protagonisti della parata, per i partecipanti siano essi adulti siano essi piccoli.
A parole o magari scritto pare tutto maledettamente perfetto e lineare, che non fa una piega, poi però c’è la realtà che racconta tutt’altra cosa. C’è una realtà che ci indirizza verso il lato oscuro dei festeggiamenti: numeri impressionanti e comportamenti atti a ledere non solo la sicurezza degli altri ma anche quella per se stessa.
Tragedia festeggiamenti Buenos Aires: la cronaca nera
E’ difficile contenere i festeggiamenti di 4 milioni di persone. Tutte insieme e accalcate. Il caos generale causato dai festeggiamenti espressi in urla fischi, canti salti e chi più ne ha più ne metta alla fine presenta sempre il conto: il suo lato oscuro.
I NUMERI DELLA CRONACA
Il lato oscuro dei festeggiamenti per la vittoria dei Mondiali traccia un bilancio e alla fine si fa la conta degli incidenti scoppiati nella capitale argentina: due i tifosi morti, un bimbo in coma e un uomo che versa in gravi condizioni. Non solo, anche gli scontri con le forze dell’ordine, rapine e furti d’auto, tentativo d’assalto agli sportelli delle banche.
Quattordici persone sono state arrestate per violenze, una ventina ventina di agenti sono rimasti feriti. Molte le denunce per aggressioni, le rapine e i furti d’auto. Dei teppisti hanno appiccato dei falò, i cassonetti sono stati dati alle fiamme e infine la solita sassaiola e gli scontri contro le forze dell’ordine.
Nella conta finiscono anche apparecchi di illuminazione che non hanno più cavi e semafori rotti, tentativi di assalto agli sportelli delle banche, la distruzione di spazi verdi e altri elementi del paesaggio urbano. Divelti perfino i pannelli solari su un tratto della Metro, in zona 9 luglio. Sull’asfalto è stata trovata una quantità incredibile di immondizia.
Tragedia festeggiamenti Buenos Aires: le dinamiche degli incidenti
L’euforia collettiva, che ha contagiato oltre quattro milioni di persone scopre un bilancio pesante. Come già accennato due sono i morti, uno è precipitato sull’asfalto nel tentativo di lanciarsi verso il Pullman della squadra. Ha riportato un trauma cranico che gli è stato fatale.
Un altro invece è morto strangolato da una bandiera impigliata nelle ruote di una moto e una terza persona versa in condizioni gravi dopo aver ricevuto una coltellata nei pressi del Monumento al generale San Martín, in fine un bimbo di 5 anni è in coma dopo essere stato colpito da un pezzo di marmo staccatosi a causa della furia della folla.
Il caos è l’altra faccia della medaglia di una giornata esasperata dall’imprevedibilità delle persone fuori di senno. Un corto circuito di popolo che ha avuto risvolti drammatici.
Tragedia festeggiamenti Buenos Aires: l’intervento della polizia e dei vigili del fuoco
Molti sono i disordini che si sono verificati durante l’arco temporale di festeggiamenti, gente impazzita come se non ci fosse un domani, per forza di cose è dovuta intervenire la polizia che si è posta in assetto anti sommossa.
Sono poi stati raggiunti dai vigili del fuoco impegnati a Plaza de La Republica per far scendere la gente che era arrivata in cima al monumento Obelisco forzando i cancelli nel tentativo di poter entrare dentro e affacciarsi dalle quattro finestre sulla vetta. Per scoraggiare i facinorosi i poliziotti hanno esploso proiettili di gomma nel mentre erano Bersagliati con razzi e altri oggetti.
Un funzionario vicino all’amministrazione comunale della capitale argentina ha detto:
“I danni sono enormi, triplicati rispetto a quanto successo nel giorno della qualificazione in finale. L’obelisco? Avevamo saldato quella porta dopo quello che è successo domenica scorsa e l’hanno tirata giù di nuovo … la realtà è che non abbiamo mai visto nulla di questa portata”. Uno tsunami di tifo che ha travolto tutto.