Il rapporto sui nomi più diffusi in Italia nel 2021 rivela una sola cosa: agli italiani piace il “classico”. Il report su “Natalità e fecondità della popolazione residente” pubblicato da Istat fa il punto sulla situazione anagrafica del Paese e oltre a passare in rassegna tutti i dati relativi alle nuove iscrizioni all’anagrafe per nascita, fornisce anche un’accurata rilevazione dei nomi più diffusi tra i bambini nati in Italia nel 2021.

I nomi più diffusi in Italia: quali sono, diffusione e incidenza per territorio

Bisogna innanzitutto ricordare come anche il 2021 ha segnato un nuovo record negativo per l’indice di natalità in Italia: le nascite nel nostro Paese si sono fermate a 400.249, segnando un -1,1 percento rispetto ai dati dell’anno precedente. La denatalità, con annessi locali “child free”, sembra destinata a proseguire anche nel 2022. Come spiega l’Istituto di Statistica, secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-settembre, le nascite sono diminuite di 6 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2021, seguendo il corso delle ondate pandemiche che hanno accentuato il calo delle nascite. Quanto ai nomi scelti per i bambini nati in Italia nel 2021, tra i maschi è stabile al primo posto Leonardo, che è il nome più gettonato dal 2018, seguito da Alessandro, Tommaso e Francesco, in leggero calo. Per le bambine rimane saldo in testa da oltre dieci anni il nome Sofia, seguito da Aurora, Giulia e Ginevra. Nonostante ci siano oltre 26 mila nomi diversi per i bambini e oltre 25 mila per le bambine, spiega l’ISTAT, la distribuzione del numero di nati secondo il nome rivela un’elevata concentrazione intorno ai primi 30 in ordine di frequenza, che complessivamente coprono oltre il 44 percento di tutti i nomi attribuiti ai maschi e quasi il 38 percento di quelli delle femmine. Esistono delle eccezioni su base regionale: nella Provincia autonoma di Bolzano, per esempio, il nome più diffuso tra i nuovi nati maschi è Noah, mentre in Campania e Basilicata il nome più scelto è Antonio. In Molise, il nome più diffuso per i maschietti è Lorenzo, mentre in Sicilia si perde lo storico primato di Giuseppe, scalzato per la prima volta da Leonardo. In Puglia e in Calabria il nome più diffuso resta Francesco. Tra i nomi più scelti per i maschi, seguono nell’indice generale Lorenzo, Edoardo, Mattia e Riccardo. Per quanto riguarda le bambine, trovano ampia diffusione nel 2021 anche Beatrice, Alice e Vittoria, seguiti da Emma, Ludovica, Matilde e Giorgia. Nella Provincia autonoma di Bolzano il nome più scelto è Emma, all’ottavo posto nell’indice generale, mentre in Sicilia e Molise la scelta ricade più spesso sul nome Giulia.

I nomi più scelti dai genitori stranieri

Tra i nati in Italia da genitori stranieri, rileva l’ISTAT, i nomi più scelti dipendono molto dalla nazionalità di origine dei genitori: i cittadini rumeni e albanesi residenti in Italia tendono a scegliere nomi italiani per i propri figli, mentre tra chi proviene da Bangladesh e Marocco prevalgono i nomi legati alla tradizione dei Paesi d’origine. La tendenza a scegliere per i propri figli un nome diffuso nel paese ospitante è più spiccata per la comunità rumena, si legge nel report. I nomi più frequenti tra i nati rumeni sono David, Leonardo, Luca, Matteo e Gabriel; per le bambine figurano Sofia, Emma e Sofia Maria, Maria, Melissa, Eva Maria e Giulia. Una tendenza simile si osserva nella scelta dei nomi dei bambini albanesi, che si chiamano prevalentemente Aron e Liam, ma anche Enea, Leonardo e Noel, mentre per le bambine i nomi più gettonati sono Emily, Aurora, Ambra, Chloe ed Emma. I nomi più diffusi tra i bambini nati in Italia da genitori marocchini sono Adam e Amir per i maschi e Amira e Jannat per le femmine, mentre tra i cittadini bangladesi i nomi più scelti sono Abdullah, Fatima e Sara, seguiti da Ayesha, Maryam e Fatiha. Rispetto alla situazione pre-pandemica, anche i nati in Italia da genitori stranieri sono in forte calo (-6,9 percento): il crollo delle nascite riferito alla prima ondata pandemica ha interessato anche i cittadini stranieri residenti in Italia, il cui contributo al tasso di natalità del Paese si sta riducendo, in particolare nelle regioni del Sud e nelle isole.