Sono arrivate le condanne più pesanti emesse dal gup Andrea Rat che nel pomeriggio di ieri, all’interno del tribunale di Reggio Emilia, ha inflitto 24 condanne e deciso 10 assoluzioni nei confronti dei 34 imputati coinvolti nell’operazione “Billions”.
L’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza, dalla polizia e coordinata dal sostituto procuratore Giacomo Forte ha visto la condanna a sette anni in abbreviato per Giuseppe Gareri, ex consigliere comunale a Gualtieri (nel Reggiano) e Luigi Brugnano, già coinvolto nel processo Aemilia contro la ‘Ndrangheta.
La Procura di Reggio Emilia, dal 2014 al 2020, ha operato nella maxi operazione Billions che avrebbe emesso “fatture false” per un valore di 240 milioni di euro, con “il proprio nucleo” che si trovava nella “Full Trade srl”, una società cartiera a tutti gli effetti in quanto, priva di sede operativa effettiva, di scritture contabili, di personale e strutture e con la cosca Grande Aracri sullo sfondo.
“L’epilogo processuale risulta grandemente condizionato dalla provenienza geografica di taluni imputati. Al fine di prevenire interferenze nel tessuto economico sociale emiliano sono state irrogate sanzioni sproporzionate rispetto ai fatti di reato contestati”, dice l’avvocato Matteo Murgo, difensore di Giuseppe Gareri. “Impugneremo la sentenza dinanzi alla Corte di Appello di Bologna, auspicando una maggiore obiettività, terzietà ed imparzialità dell’organo giudicante”.
Operazione Billions: le indagini
L’operazione, scattò il 23 Settembre del 2020 con l’esecuzione di 51 misure cautelari da parte dei poliziotti della Squadra mobile e della Guardia di finanza.
“Il modus operandi” dell’organizzazione, è la tesi accusatoria che ora è stata accolta dal Tribunale e che avrebbe consentito alla “Full Trade” di intrattenere i contatti con i capi delle società destinatarie delle Foi, vale a dire le false fatture per operazioni totalmente inesistenti.
Infatti, dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di “società cartiera”, i cui “legali rappresentanti” avrebbero avuto l’unico scopo di “emettere un numero indeterminato di fatture” per operazioni fittizie.
Dopodiché, le aziende avrebbero proceduto all’individuazione di ditte compiacenti utilizzatrici delle false fatture, con i titolari che effettuavano bonifici dello stesso importo delle fatture ricevute su un conto corrente postale appositamente acceso.
Tali somme, attraverso numerosi prelievi giornalieri, venivano poi riconsegnate ai medesimi fruitori delle fatture emesse o alle società cartiera che “appaltavano” l’operazione di sostituzione del denaro ricevuto, nei confronti dei componenti dell’ipotizzato gruppo.
Tutti i nomi
In aula sono comparsi in tutto 177 imputati:
- Marina Allegri condannata a 8 mesi di reclusione (pena sospesa);
- Giuseppe Aloi condannato a 1 anno;
- Antonio Astio, condannato a 3 anni, 1 mese e 10 giorni;
- Francesco Basta, condannato a 3 anni, 5 mesi e 10 giorni;
- Veronica Bellucci, condannata a 9 mesi e 10 giorni (pena sospesa);
- Luigi Brugnano, condannato a 7 anni;
- Antonio Colacino, condannato a 10 mesi (pena sospesa);
- Francesco Fruci, condannato a 1 anno e 6 mesi (pena sospesa);
- Salvatore Fruci, condannato a 3 anni e 6 mesi;
- Giuseppe Gareri, condannato a 7 anni, 1 mese e 10 giorni;
- Paolo Andrea Generale, condannato a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni;
- Domenico Grande, condannato a 2 anni (pena sospesa);
- Nicola Lombardo, condannato a 5 anni e 20 giorni;
- Salvatore Masciari (pena sospesa), 1 anno;
- Vincenzo Mesoraca, condannato a 1 anno (pena sospesa);
- Walter Milone, condannato a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni;
- Raffaele Mirabelli, condannato a 4 anni;
- Salvatore Olivo, condannato a 9 mesi e 10 giorni (pena sospesa);
- Gabriele Onfiani, condannato a 1 anno (pena sospesa);
- Salvatore Riillo, condannato a 1 anno e 4 mesi;
- Andrea Silvestri, condannato a 1 anno, 2 mesi e 20 giorni (pena sospesa);
- Gennaro Staiano, condannato a 10 mesi e 20 giorni (pena sospesa);
- Fabio Torriero, condannato a 1 anno, 7 mesi e 10 giorni (pena sospesa);
- Francesco Ventura, condannato a 8 mesi (pena sospesa).
Assolti: Barbara Federzoni; Rino Ferrari; Vasile Chireata; Khadres Abdel Sadk Ibrahim Ibrahim Allam; Alexandru Ilie Bogdan; Pietro Muto; Rosario Muto; Vincenzo Taravella; Giuliano Tincani; e Francesco Veroni.
Tra i tanti nomi spiccano quelli di Vincenzo Vasapollo che a fine anni ’90 venne accusato del tentato omicidio di Antonio Valerio, oggi collaboratore di giustizia, ma anche Antonio Sestito, figlio di Dante imputato per l’omicidio di Salvatore Silipo nella sua autofficina di Cadelbosco Sopra un anno fa.
E infine Girolamo Rondinelli, nipote del boss Nicolino Grande Aracri, in carcere dopo la condanna in via definitiva nei giorni scorsi per le minacce all’ex consigliera comunale della Lega, ora in Fratelli d’Italia Catia Silva.