In Ucraina due giornalisti italiani sono rimasti feriti dopo l’ennesimo attacco verificatosi nelle ultime ore. Sono stati i diretti interessati a raccontarlo attraverso un post su Facebook e la loro storia è diventata virale ed ha lasciato tutti senza parole. La guerra è iniziata a febbraio e sembra non abbia nessuna intenzione di fermarsi. Intanto, il numero delle vittime continua a salire. Non c’è pace per il Paese.

Ucraina giornalisti italiani, il racconto di Claudio Locatelli

I giornalisti italiani rimasti feriti durante l’attacco a Kheroson in Ucraina sono Claudio Locatelli e Niccolò Celesti. La coppia di professionisti e un traduttore erano a bordo di una press car con la scritta blu che serviva a farli riconoscere dai militari. Nel video postato da Locatelli si nota che il giornalista indossa l’elmetto e il giubbotto antiproiettile. Al collo, all’orecchio c’è sangue causato dalle ferite per mezzo di schegge arrivate dai finestrini rotti. Anche sulla maglietta vi è la scritta press. “La macchina è ben segnalata, non c’era nessun altro, l’attacco ai nostri danni visto luogo e dinamica è stato intenzionale – si legge sul posto pubblicato su Facebook – Sparare sulla stampa non ha scuse”.

Nel filmato si intravede la scena e il commento dell’altro collega che afferma: “Ci hanno appena colpito, io sto sanguinando, ma niente di grave”. Sembra si sia trattato di un attacco intenzionale.

Il racconto dell’accaduto non si ferma e continua con dei particolari: l’auto ha subito danni ma grazie alle portiere, le schegge sono state bloccate. Le ruote, invece, appaiono completamente a terra. I giornalisti hanno poi riferito che se la sono scampata e che sarebbe potuta andare molt peggio di così. “Sarebbe entrato nel mio fianco e adesso sarei… morto forse no, però sarei in una condizione non esattamente agevole”. Afferma Locatelli. Poi ancora: “Il tiro proveniva dalla sponda oltre il Dnipro, lì dove si trova l’esercito russo“.

I professionisti sono riusciti a fuggire per mettersi in salvo, poi però sono stati costretti a fermarsi per cambiare le ruote danneggiate. Il video continua ed in lontananza si sentono colpi, uno dietro l’altro. Poi il commento di uno di loro sulla macchina: “Abbiamo riparato la vettura dietro il muro di cinta di una casa proprio perché sapevamo di essere esposti, il giorno prima siamo stati oggetto nello stesso villaggio di altri colpi non andati a segno”, così ha scritto su Instagram di Celesti. Infine, i giornalisti sono riusciti a superare il ponte e a superare il pericolo. Sono sani e salvi.

La guerra continua

Era il 25 febbraio quando per la prima volta l’Ucraina fu attaccata dalla Russia. Sono passati dieci mesi e la guerra continua, facendo salire il numero di morti e feriti. Gli ultimi aggiornamenti dal fronte riportano che gli Stati Uniti avrebbero organizzato un’invasione in Ucraina con apparecchiature elettroniche che convertano munizioni aeree non guidate in bombe intelligenti. Lo avrebbero riportato i funzionari Usa alla Cnn. Secondo quanto si legge su Il Mattino, il nuovo pacchetto di armi è in arrivo ma non si sa la quantità. In realtà, le bombe di precisione potrebbero essere un aiuto per l’Ucraina che potrebbe utilizzarle per attaccare le linee difensive russe o per portare a termine altri obiettivi di un certo livello. Secondo le indicazioni, hanno un raggio d’azione di circa 15 miglia, 24 km.

Intanto, Kiev è rimasta senza corrente e acqua. Inoltre, questa mattina è avvenuta un’esplosione nel gasdotto Urengoi-Pomary-Uzhhorod che ha portato alla morte tre persone ed ha ferito un uomo. Le vittime erano dipendenti dell’azienda del gas e stavano lavorando quando è accaduta la tragedia. L’evento di è verificato nel distretto russo di Vurnarsky, nella Repubblica di Chuvash.