Ospedale Padova emorragia cerebrale come culmine di una tragedia. A Padova (Schiavonia) un paziente muore di emorragia cerebrale: si chiamava Andrea Naliato, aveva 40 anni ed era andato per tre volte alla guardia medica e al Pronto Soccorso cittadino, dove era stato visitato e dimesso tutte e tre le volte. I familiari, che hanno presentato presto un esposto, per il quale la Procura ha aperto un’inchiesta, in seguito della quale sei medici sono stati inseriti nel registro degli indagati per omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
Attualmente, le indagini cercano di comprendere se il decesso sia dovuto ad un decorso clinico che non poteva essere previsto in alcun modo o alla sottovalutazione del caso da parte del personale medico dell’ospedale.
Ospedale padova emorragia cerebrale: le visite
Andrea Naliato ha visitato il pronto soccorso tre volte tra il 27 ottobre e il 31 ottobre, per i forti dolori che lamentava al cranio. Aveva iniziato ad accusare dei malori già dal 21 ottobre, data in cui l’uomo ha raccontato al padre e alla fidanzata di non stare per nulla bene, ma, da allora, ha più volte provato a cercare l’aiuto dei medici. Ma, dopo gli accertamenti medici fatti (tra cui anche delle TAC), gli sono stati prescritti dei farmaci per l’abbassamento della pressione e il paziente è stato mandato nuovamente a casa.
Il medico, comunque, gli aveva detto di comunicare con lui tramite Whatsapp per seguire il corso della vicenda, considerando che gli era stata registrata una pressione di 170-120.
Nonostante questo, dopo neppure 48 ore dall’ultima visita al Pronto Soccorso, il paziente aveva nuovamente causato un grande dolore alla testa, mentre si trovava nella sua casa di Arre (Padova).
Gli è stata riscontrata un’emorragia cerebrale solo allora, quando è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale di Monselice, per poi essere trasferito in velocità all’ospedale di Padova, dove il quarantenne originario di Conselve è morto il 4 novembre.
La famiglia, dopo il decesso, ha deciso di donare gli organi del defunto.
Ospedale Padova emorragia: gli accertamenti
In merito alla difficile vicenda, si è espressa l’Ulss 6 Euganea, che dichiarato di aver già
“iniziato ad adottare i provvedimenti necessari ad accertare i fatti per quanto di competenza: è nostro interesse fare piena luce sull’accaduto.”
E’ importante, dunque, fare luce sulla vicenda, per capire come si è realmente svolta la vicenda di Andrea Naliato, morto di emorragia cerebrale, dopo essere andato per tre volte in Pronto Soccorso.
Sintomi e interventi a riguardo
Ma come riconoscere, almeno nei suoi sintomi più generici e diffusi, una possibile emorragia cerebrale? Non si tratta di tratti specifici e subito riconducibili al fenomeno. Tuttavia, nella lista degli accorgimenti l’emorragia si presenta con nausea, forte mal di testa, vomito, difficoltà motorie, difficoltà linguistiche in modo del tutto improvviso.
Da non confondere con l’ictus cerebrale che si verifica con l’improvvisa rottura o chiusura di un vaso con danni alle cellule del cervello per via dell’assenza di ossigeno ed energie portate dal sangue (dicesi ischemia) o per via della compressione data dal sangue che esce dal vaso (dicesi emorragia cerebrale).
Ma come si riassorbe un’emorragia cerebrale? Interviene in questi casi urgenti la chirurgia, rimuovendo la massa sanguigna nel tentativo poi di bloccare l’origine del sanguinamento.
In base all’area interessata dall’ematoma o dal coagulo si può intervenire portando avanti una craniotomia, un drenaggio, un endoscopico o un’aspirazione stereotassica.
E quanto tempo ci vuole per guarire da un’emorragia cerebrale? Il periodo di guarigione, come per ogni caso, può essere diverso a seconda della situazione e della persona nello specifico. In media il recupero da tale fenomeno può essere tra i 6 mesi e anche diversi anni.
Grazie alla riabilitazione, tuttavia, il processo può essere ulteriormente accelerato.