Le condizioni di Gianluca Vialli si sono aggravate. È la spiacevole notizia delle ultime ore, che ha poi trovato conferme in diverse fonti nel corso della giornata. Tutto il mondo del calcio è in ansia per le condizioni dell’ex calciatore di Juventus e Sampdoria Gianluca Vialli. L’ex attaccante della Juventus si è infatti ritrovato a combattere nuovamente con il tumore al pancreas, che già nel 2017 lo aveva colpito. Visto l’aggravarsi delle sue condizioni negli ultimi giorni e in particolare nelle ultime ore, Vialli è stato ricoverato in una clinica a Londra, dove vive con la sua famiglia. L’ex calciatore ed ex collaboratore di Roberto Mancini in nazionale è stato raggiunto anche dalla madre. Qualche giorno fa, Vialli aveva annunciato il suo ritiro “temporaneo” dal ruolo di capo delegazione della nazionale italiana. Ruolo che Vialli ha ricoperto con entusiasmo e con professionalità, vincendo anche l’ultimo Europeo accanto a Roberto Mancini.

Dopo i primi due cicli di chemio, durati 17 mesi e conclusi nel dicembre del 2019, Vialli sta adesso continuando a “convivere” con il cancro al pancreas. L’ex attaccante di Juventus e Sampdoria che nei suoi 19 anni di carriera ha disputato 737 partite segnando 286 reti, ha visto peggiorare le proprie condizioni soprattutto negli ultimi giorni, al punto che la mamma Teresa di 87 anni è volata a Londra da Cremona. Vialli in passato ha definito il tumore come un “compagno di viaggio indesiderato“.

Vialli, le condizioni si aggravano: nei giorni scorsi l’addio alla nazionale

Nei giorni scorsi Gianluca Vialli aveva comunicato di voler sospendere in forma temporanea i suoi impegni con la nazionale italiana. A comunicarlo era stato lo stesso ex attaccante in una nota ufficiale sul sito della FIGC, in cui si leggeva: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri” L’ex attaccante di Sampdoria aveva poi aggiunto: L’obiettivo è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”. Adesso il peggiorare delle sue condizioni e il ricovero in una clinica a Londra, con l’auspicio che migliori il suo stato di salute.

La lettera di Cabrini

Dopo il ritiro dalla nazionale, a dedicare un pensiero a Vialli era stato Antonio Cabrini tramite le pagine de “La provincia di Cremona”. Nella lettera si leggeva: “Caro Gianluca, quando ho letto sul giornale che hai rinunciato al tuo ruolo di capo delegazione della Nazionale mi si è stretto il cuore. Conoscendo il tuo straordinario attaccamento alla Maglia Azzurra, ho capito che un simile passo da parte tua può avere un solo significato: la partita che stai giocando ti sta impegnando molto! L’avversario, quello che tu chiami “il compagno di viaggio indesiderato”, sta giocando sporco, come un difensore che affonda il tackle, non per conquistare la palla, ma per far male all’avversario. E allora io, da tuo compagno-amico, ti scrivo per farti coraggio.

Quante ne abbiamo giocate insieme in Maglia Azzurra. Abbiamo vissuto il Mondiale del 1986: eravamo i campioni in carica, dopo la grande impresa dell’82, ma non riuscimmo a ripeterci, arrendendoci alla Francia negli ottavi di finale. Quell’avventura non fu particolarmente fortunata per la Nazionale, ma ci permise di ritrovarci fianco a fianco, dopo gli anni dell’infanzia cremonese: i nostri genitori erano amici e fra noi ragazzi tu eri il più piccolo, il nostro cucciolo. E se sei diventato il campione che tutto il mondo ha ammirato lo devi anche a quelle radici, alla tua meravigliosa famiglia, ai valori che ti hanno trasmesso i tuoi genitori, tua sorella Mila e i tuoi fratelli. Ti scrivo per ricordarti che non sei solo: con te, al tuo fianco, ci sono tantissimi amici, e tantissimi tuoi sostenitori. Stai giocando la tua partita in uno stadio immenso che fa il tifo solo per te. E sai benissimo, caro Luca, quale forza riescono a trasmetterti i compagni di squadra, i cori del pubblico e l’amore dei tifosi.

Nella tua battaglia contro la malattia hai già dimostrato grande forza e stai dimostrando un grandissimo coraggio. Io, da amico e compagno, mi permetto di dirti: non mollare. Perché lo sport ci ha insegnato che non si molla mai e, ancor di più, perché la regola vale soprattutto per noi cremonesi. Che siamo pochi, ma buoni: pensa a Mina, a Ugo Tognazzi, ad Aristide Guarneri, a Chiara Ferragni… Se facciamo qualcosa noi cremonesi lo facciamo ad altissimo livello, diventiamo un’eccellenza. E visto che due settimane fa alle storiche tre T di Cremona – Turòn, Toràs e… Tetàss – ne è stata aggiunta una quarta, la T del Tugnàss, io dico che dovremmo aggiungerne una quinta, la T di Testòòn. Perché noi cremonesi siamo dei testoni, abbiamo la testa dura e non molliamo mai“.