Guerra in Ucraina, ultime notizie.
Vladimir Putin sembra ufficialmente ritornato in sella all’operazione militare speciale e dopo il bilaterale di ieri con il presidente bielorusso Lukashenko (quest’ultimo ha dichiarato che schiererà la Difesa ai confini con l’Ucraina), prova a spingere sull’acceleratore nelle zone più in difficoltà. Sul possibile coinvolgimento della Bielorussia è intervenuta la Casa Bianca, che in un comunicato ha fatto sapere di monitorare con attenzione i movimenti lungo il fronte di circa 500 chilometri tra i due Paesi.
Oggi in Russia è la Giornata dei Servizi di Sicurezza, occasione in cui il leader sovietico ha pubblicato un videomessaggio in cui ha ammesso una situazione di crisi nelle quattro regioni annesse a fine settembre con un referendum: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia.
Guerra in Ucraina, Zelensky: “Combattiamo contro due regimi terroristi, Russia e Iran”
E proprio a fronte di questo arretramento del fronte a favore delle truppe nemiche, la guerra in Ucraina potrebbe tornare ad assistere a una controffensiva russa nel Sud, con le milizie di Mosca che per ora rimangono asserragliate al confine la Crimea. Sempre nel videomessaggio citato poco sopra, Putin si è rivolto direttamente ai servizi di intelligence per chiedere loro di raddoppiare lo sforzo nella cintura di frontiera a sud-est “contro nuovi rischi e minacce“. L’ordine è chiaro e conciso: “fate il vostro massimo e sfruttate le competenze di qualsiasi genere che avete acquisito durante l’addestramento e la vostra esperienza“.
Insomma, Putin sembra davvero disposto a rischiare tutto come avevano ipotizzato alcuni analisti occidentali (specialmente americani), anche se il suo obiettivo rimane quello di mantenere il controllo sulle aree strategiche a livello commerciale.
Tra i villaggi simbolo della difficoltà russa nello spezzare definitivamente la resistenza ucraina in Donbass c’è quello di Bakhmut (Donetsk), che il presidente ha visitato con una tappa non preannunciata questa mattina (insieme al capo della Difesa Hanna Malyar), consegnando anche dei riconoscimenti. Lo ha riferito il suo portavoce Nikiforov. Nel videomessaggio serale alla nazione il presidente Volodymyr Zelensky lo ha proprio indicato come baluardo ma anche come possibile apertura del fronte se i russi dovessero poi conquistarlo e distruggerlo (ma le operazioni nell’area, circa 50 km a sud di Severodonetsk, vanno avanti da maggio con pochi sviluppi). Il leader ucraino ha espresso ancora numerosi ringraziamenti ai combattenti, poi ha presentato una testimonianza della macchina di solidarietà espressa nei confronti di Kiev: un paio di calze di lana realizzate da una 14enne finlandese che ha devoluto in beneficenza i soldi ricavati dalla loro vendita.
Infine, un velo di preoccupazione per gli alleati del Cremlino: ma se da un lato la Bielorussa spaventa quanto basta, dall’altro Zelensky non può che constatare il continuo afflusso di droni Shaheed di fabbricazione iraniana: a Teheran si è rivolto come se anche il regime di Khamenei fosse coinvolto nel conflitto, parlando di “terrorismo internazionale di due regimi“. Anche questa mattina molti sono stati abbattuti prima che causassero altri danni a un sistema generale che cerca di ripartire dopo un paio di settimane davvero critiche sotto il profilo della tenuta energetica.