Donald Trump verrà incriminato. La commissione d’inchiesta della Camera statunitense che ha indagato sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021, compiuto dai sostenitori dell’allora presidente Donald Trump per cercare di fermare la certificazione dell’elezione vinta da Joe Biden, ha raccomandato al dipartimento di Giustizia di indagare Trump per quattro reati: intralcio a una procedura ufficiale (la certificazione del risultato elettorale) del Congresso, cospirazione ai danni degli Stati Uniti, cospirazione per false dichiarazioni e l’ultima accusa, la più grave, per incitamento o assistenza all’insurrezione. Una mossa senza precedenti nella storia americana.
Donald Trump incriminato per i fatti del 6 Gennaio 2021. Cosa significa e che succede ora
Dopo 18 mesi di indagini, dunque, la commissione (formata da 9 membri, di cui sette democratici e due Repubblicani) ha approvato all’unanimità la relazione finale dell’inchiesta che sarà diffusa mercoledì e con cui ha deciso di deferire alla giustizia oltre al tycoon, anche il suo ex avvocato John Eastman, uno degli «architetti» del tentativo di ribaltare il voto nel 2020 ed altri stretti alleati di Trump. Quattro parlamentari repubblicani (Kevin McCarthy, speaker in pectore della Camera, Jim Jordan, Scott Perry e Andy Biggs) saranno inoltre deferiti alla commissione etica della Camera per non aver ottemperato alle citazioni. Quelle della commissione non sono incriminazioni formali: questa, infatti, non ha il potere di mettere sotto processo nessuno. I suoi nove membri hanno solo votato all’unanimità le raccomandazioni dirette al dipartimento di Giustizia (l’analogo americano del ministero della Giustizia italiano) che sta portando avanti una propria indagine sull’attacco al Congresso. La commissione, istituita il primo luglio 2021, ed era stata il risultato di un lungo e duro dibattito tra Democratici e Repubblicani su come indagare sui fatti del 6 gennaio. Dopo un primo periodo in cui avevano criticato Trump per l’assalto al Congresso, quasi tutti i Repubblicani erano tornati a sostenere l’ex presidente, che è tuttora la figura più potente e influente del partito. Per questo il tentativo dei Democratici di istituire una “commissione bicamerale”, cioè un organo bipartisan, e quindi più partecipato e autorevole, come quello che indagò sugli attentati terroristici dell’11 settembre 2001, era fallito. La commissione che ha indagato, infatti, è una “commissione speciale”, istituita quasi esclusivamente con i voti dei Democratici. I due Repubblicani che ne fanno parte sono stati ostracizzati dai loro colleghi per questo. Sono Liz Cheney, deputata del Wyoming nonché figlia dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney, che per la sua decisione ha lasciato tutti gli incarichi di responsabilità che deteneva nel partito, e Adam Kinzinger dell’Illinois, che non si è presentato alle elezioni di novembre. Durante l’udienza Cheney, che era la vicepresidente della commissione, ha detto che tra i fatti più “vergognosi” che la commissione si è trovata a prendere in considerazione ci sono le prove che durante l’assalto al Congresso Trump rimase seduto nella sala da pranzo vicina allo Studio Ovale nella Casa Bianca guardando gli scontri in televisione, senza diffondere alcun messaggio che invitasse i suoi sostenitori a desistere dall’assalto. E questo nonostante gli inviti dei suoi collaboratori e dei membri della sua famiglia. Per questo, secondo Cheney Trump, “non è adatto a ricoprire nessun incarico pubblico”.
Cosa rischia Trump se condannato
Non era mai successo che una commissione parlamentare raccomandasse di incriminare un ex presidente degli Stati Uniti. Se Trump dovesse essere veramente incriminato per le 4 accuse che gli vengono contestate – aver aiutato e incitato un’insurrezione, complotto per frodare il governo federale, dichiarazioni false al governo federale, e intralcio a processo governativo – rischierebbe, se condannato, fino a 25 anni di prigione. La condanna per incitamento all’insurrezione, che prevede fino a 10 anni di prigione, comporterebbe anche l’interdizione da ogni pubblico ufficio. Donald Trump, ricordiamo, si è ricandidato alla Casa Bianca il mese scorso.