“Se dobbiamo tornare indietro di 20 anni, allora è meglio chiudere bottega”. Le parole dure rivolte da Pierluigi Castagnetti a Enrico Letta, accorso ad un convegno degli ex Ppi per placare le minacce di uscita dal Pd, sintetizzano meglio di altro la serietà delle intenzioni dei popolari che hanno scommesso sulla nascita del Pd e che ora temono di “morire socialdemocratici”, secondo l’icastica espressione di Lucio D’Ubaldo.
A suscitare l’allarme degli ex Ppi, convocati all’istituto Sturzo dall’ultimo segretario del partito, sono stati gli ultimi avvenimenti che riguardano il Pd, esplicitati da Castagnetti ad inizio convegno: innanzi tutto la sensazione della mancata consapevolezza della drammaticità dell’esito elettorale del 25 settembre; poi lo scandalo del Qatargate; infine, ma soprattutto, la decisione di istituire un Comitato costituente che riscriva la carta dei valori del Pd, quella scritta nel 2007 da Alfredo Reichlin e Pietro Scoppola e che disegnava un Pd “in cui culture politiche diverse si incontrano per elaborare idee nuove”. Le notizie che escono dal Comitato, ha detto Castagnetti, riferiscono della volontà di abbandonare questa strada per fare del Pd un partito della sinistra classica: “se cambia la natura, cambia anche il partito”, ha detto Castagnetti, e allora “i cattolici democratici reagiranno, prenderanno una iniziativa”. Anche perché il Comitato costituente non ha il mandato congressuale per imporre questi cambiamenti. E qui gli applausi della platea che riempiva le tre sale dello Sturzo hanno condiviso il messaggio. La critica degli ex popolari, secondo le parole di Castagnetti, va a “quanti di noi non hanno tenuta alta la tradizione cattolico democratica” dentro il Comitato costituente, parole che in molti hanno letto come rivolte a Dario Franceschini ed Enrico Letta.