Qullo tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte è uno scontro politico che va avanti da più di un anno. Il leader di Italia Viva ha più volte messo i bastoni tra le ruote al presidente del Movimento 5 Stelle. Ricorderete, tra le altre cose, che è stato proprio lui ad innescare quella crisi di governo che ha messo la parola fine sul Conte II ed ha portato Mario Draghi a palazzo Chigi. Una mossa politica tutt’altro che celata: Renzi l’ha più volte rivendicata, intestandosi il merito di aver affidato l’esecutivo italiano all’optimum per eccellenza. Epiteto latino tutt’altro che forzato: il Terzo Polo, la federazione politica di cui Renzi è parte, ha impostato un’intera campagna elettorale sulla possibilità di trattenere Mario Draghi nell’allora funzione di Presidente del Consiglio. Siamo, evidentemente, in una nuova fase politica contrassegnata dal governo di Giorgia Meloni. Ma le imbeccate renziane a Giuseppe Conte non sono certamente venute meno. Per motivi tattici: Renzi – come Calenda – attacca anche le altre opposizioni e non solo il governo con l’intento di erodere loro consenso; per motivi di merito: Italia Viva vuole che venga creata una commissione di vigilanza sul Covid.
Renzi pungola Conte sulla commissione Covid
Il Copasir è andato al Pd. Rimane da assegnare, ad una tra le opposizioni, la commisione di vigilanza Rai. Il Movimento 5 Stelle ambisce ad ottenerla ma non ha nomi capaci di incontrare un placet dal governo. Meglio Maria Elena Boschi, forse. In quel caso la spunterebbe il Terzo Polo. Il quale, però, sta creando le condizioni per un premio di consolazione: una commissione di vigilanza sulla gestione fatta in Italia del Covid19. È proprio qui che Renzi pungola Conte, aka il Premier della lotta alla pandemia. Le sue parole ad e-news:
A Conte che blatera di questione morale io rispondo: prima di parlare di questione morale, caro Avvocato del Popolo, accetta di fare una commissione di inchiesta sui soldi del Covid, dai ventilatori cinesi malfunzionanti fino ai banchi a rotelle, passando per tante collaborazioni del Commissario Arcuri. Che certo non era solo in quei giorni. Chi ha collaborato con lui in quella fase? Come si sono gestite le procedure? Chi ha seguito il corso dei soldi delle provvigioni? e Conte vuole parlare di questione morale prima accetti di fare la commissione di inchiesta sugli acquisti Covid – ribadisce – e poi lo ascolteremo. Altrimenti abbia il buon gusto di tacere. Perché sugli acquisti Covid ancora nessuno ha scritto la parola fine, nessuno.
Il riferimento del già Sindaco di Firenze è alle parole che Conte ha usato per giustificare la sua intenzione di non voler dialogare con il Partito Democratico. Poi chiosa:
Non si può parlare di questione morale in questo Paese finché non si ha il coraggio di mettere le mani al più grande scandalo contemporaneo, la gestione dei soldi dell’emergenza Covid.