Russia maternità surrogata vietata agli stranieri e agli uomini single. La decisione presa da Putin è stata resa nota dall’agenzia di stampa russa Tass e stabilisce che i servizi di madri surrogate possano essere forniti solo a cittadini russi nell’ambito di un matrimonio con una donna russa che, per motivi di salute, non può avere figli.
Russia maternità surrogata vietata agli stranieri
A riportarlo in Italia è l’Ansa: il presidente russo Vladimir Putin avrebbe firmato un disegno di legge che vieta i servizi di madri surrogate in Russia per gli stranieri e per gli uomini single, rendendoli legali solo per i cittadini russi uniti in matrimonio con una donna russa che non può avere figli per motivi di salute. Ma cos’è la maternità surrogata e come è regolata in Italia?
Maternità surrogata: cos’è e come è regolata in Italia
Con l’espressione “maternità surrogata” o “utero in affitto” si indicano tutti quei casi in cui una donna porti a termine una gravidanza per conto di altre persone, mediante inseminazione artificiale o in vitro e in Italia è vietata dall’articolo 12, comma 6 della legge numero 40 del 2004. Capiamo però come funziona.
In generale, quando una coppia decide di intraprendere il percorso della maternità surrogata, nei Paesi in cui la pratica è legale, stipula un vero e proprio contratto, detto “surrogazione gestazionale” con la “madre surrogata”, cioè la donna che darà in prestito il proprio corpo per la gravidanza, che deve cedere tutti i diritti sul neonato o sui neonati alla coppia richiedente, promettendo di consegliarglieli dopo la nascita, ricevendo o meno in cambio del denaro.
Ne esistono vari tipi: nella maternità surrogata tradizionale la madre surrogata offre il proprio ovulo, che viene inseminato con lo sperma del “genitore richiedente” attraverso l’inseminazione artificiale o in vitro (in questo caso, il bambino è biologicamente correlato alla madre surrogata); nella maternità surrogata gestazionale, invece, un embrione – formato dall’ovulo e dallo sperma di uno dei genitori o, se non è possibile, di un donatore – viene trasferito nell’utero della madre surrogata che non è, in questo caso, la madre biologica del nascituro.
A causa dei rischi di sfruttamento della madre surrogata e dei pericoli legati al traffico dei minori, si tratta di una pratica vietata in molti Paesi, come l’Italia, e oggetto di storici dibattiti sul piano etico-giuridico. L’ordinamento del nostro Paese la vieta e punisce, anche penalmente, all’articolo 12, comma 6 della legge 40/2004 recante norme sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita, che recita: “chiunque in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”.
La proposta di legge per rendere l’utero in affitto un reato universale
Benché nel nostro ordinamento la maternità surrogata sia già vietata, lo scorso aprile la Commissione Giustizia della Camera ha adottato il testo base di una legge presentata da Giorgia Meloni, nel frattempo diventata premier, che propone di perseguire l’utero in affitto come reato universale, aggiungendo alla precedente previsione legislativa che “le pene si applicano anche se il fatto è commesso all’estero”. “La maternità surrogata è una pratica che trasforma la vita in una merce e umilia la dignità delle donne: siamo stati i primi a sostenerlo in Parlamento e siamo felici che oggi questa sia diventata una battaglia condivisa anche da altre forze politiche”, aveva commentato in quell’occasione la leader di Fratelli d’Italia, dovendo scontrarsi poi con non poche polemiche, provenienti in parte (ma non solo) dalla comunità Lgbtq+, i cui membri rivendicano la possibilità di diventare genitori.