È il quinto Rapporto Auditel Censis 2022, dal titolo “La transizione digitale degli italiani – Dal boom degli schermi connessi alla banda larga, il Paese, grazie alla televisione, corre verso la modernità”, a fotografare la situazione digitale dell’Italia dove, nonostante la fine delle restrizioni anti-Covid e il progressivo ritorno alla normalità, la vita online continua a scorrere di pari passo a quella reale, facendo registrare un vero e proprio boom di dispositivi connessi a Internet nel 2021: nelle case degli italiani, mostra l’analisi, ci sono più schermi che persone, circa cinque per famiglia, per un totale di 93 milioni di dispositivi, rispetto ai 17 milioni del 2017. Grazie alla televisione e alla banda larga, la Penisola sembrerebbe quindi essere proiettata verso la modernità, ma, dicono gli esperti, il salto sarà completo solo se si sfrutteranno al meglio le opportunità del Pnrr.
Rapporto Auditel Censis 2022: i cinque punti chiave dell’analisi
La spesa per i device: in testa Smart Tv, smartphone e computer
Computer, Smart Tv, smartphone e accessori elettronici sono le uniche voci di spesa che dal 2008 continuano a crescere, sia prima che dopo la pandemia. Se si considerano pari a 100 le spese complessive e quelle in comunicazione sostenute dalle famiglie italiane nel 2008, nel 2021 quelle totali sono scese a 93,2, mentre quelle per attrezzature audiovisive, fotografiche e di elaborazione delle informazioni sono salite a 230,7 e quelle per telefoni e apparecchiature telefoniche sono pari a 598,8.
Più schermi nelle case degli italiani
Più soldi spesi in attrezzature di telefonia e per la comunicazione significano anche più schermi: Auditel ne censisce 120 milioni, con una media di 5 schermi per famiglia. Se si tiene conto del fatto che il numero medio dei componenti di un nucleo famigliare è di 2,5 persone, significa che in molte case ci sono oggi più dispositivi che persone. La ricerca mostra inoltre che, all’interno delle abitazioni, si registrano 93 milioni e 200.000 dispositivi connessi ad internet, mentre nel 2017 erano poco meno di 74 milioni: ciò significa che, in soli cinque anni, i device sono aumentati di circa 20 milioni di unità. Sempre nel 2017, i televisori presenti nelle case degli italiani erano 42 milioni e 700.000 e le Connected TV (Smart TV o TV connesse con dispositivi esterni) erano 5 milioni e 400.000.
Gli smartphone sono i device più acquistati
Al primo posto tra i device maggiormente acquistati dagli italiani ci sono gli smartphone, nel 2021 48 milioni; seguono le televisioni (43 milioni), presenti nel 97,3% delle abitazioni, di cui 16 milioni e 700 mila apparecchi sono Connected TV, vale a dire Smart Tv o Tv con dispositivi esterni connessi. Un dato in crescita del 210% rispetto al 2017, che in valore assoluto significa oltre 11 milioni di apparecchi televisivi connessi in più negli ultimi cinque anni. Come spiegano gli esperti, il boom è stato possibile “perché il nostro Paese ha imboccato con decisione la strada della modernità, potenziando la presenza della banda larga e la possibilità di dotarsi di connessioni di qualità. I nuclei famigliari che dispongono di connessione al web sono il 90,4% del totale, mentre il 59,8% possiede un collegamento ad internet attraverso una connessione sia mobile che fissa, in grado di supportare qualsiasi attività”.
Modernità sì, ma prima dei 65 anni
La stragrande maggioranza delle famiglie, circa l’87,2% del totale, ha in casa almeno un device connesso. Restano 2 milioni e 300.000 nuclei famigliari, pari a 3 milioni di persone, a non essere collegati. Si tratta perlopiù di over 65. 3.000 sono poi i nuclei famigliari che non hanno nessun device, mentre quasi 2 milioni di famiglie – spesso composte da anziani soli – possiedono solo la TV lineare e non hanno lo smartphone.
Le opportunità offerte dal Pnrr
“I prossimi cinque anni – spiega il rapporto Auditel-Censis – si annunciano determinanti per recuperare le sacche di esclusione e di marginalità dalla vita digitale. Lo switch-off potrà contribuire. Ma la spinta determinante verrà dal Pnrr, che ha destinato 6,7 miliardi di euro per connettere tutta l’Italia entro il 2026 con reti ad altissima velocità, fisse e mobili e sostenere, attraverso l’introduzione di misure di sostegno economico, la domanda di connettività delle fasce deboli di popolazione”.