I soldi dal Qatar per corrompere la politica venivano consegnati in buste con Babbo Natale ben in vista: questa l’ultima scoperta durante l’inchiesta sullo scandalo Qatargate. Protagonista l’ex europarlamentare Antonio Panzeri, incriminato da un filmato finito sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori.
Il video ritrae Panzeri nell’atto di consegnare alcune “bustarelle natalizie” a Luca Visentini, segretario generale del sindacato Ue Etuc e di quello mondiale Ituc. Secondo gli inquirenti nelle buste, tre in totale, ci sarebbero stati circa 50mila euro in contanti: l’ipotesi è che Panzeri abbia voluto favorire l’ascesa di Visentini per assicurare agli Stati finanziatori un sindacato “controllabile”. Attraverso l’analisi dei movimenti di denaro nell’asse tra Belgio, Italia e Sudamerica, i magistrati stanno ora cercando di chiarire a chi andassero a finire i soldi.
Qatargate, soldi nelle buste di Babbo Natale: la testimonianza di Visentini
Prima arrestato e poi rilasciato, è stato proprio Visentini a raccontare durante gli interrogatori che nelle buste ci fossero 50mila euro, che secondo la testimonianza del sindacalista gli sarebbero stati dati “a titolo di donazione“.
Questa somma consisteva in denaro sotto forma di donazione per rimborsare alcuni dei costi della mia campagna per il Congresso della Ituc, Confederazione Internazionale dei Sindacati, e l’ho trasferito come tale al Fondo di Solidarietà della Ituc, per sostenere i costi di viaggio al Congresso per i sindacati che hanno mezzi finanziari limitati o inesistenti, in conformità con le pratiche della Ituc.
Ho accettato questa donazione in contanti per la qualità del donatore e per il suo carattere non profit. Non mi è stato chiesto, né ho chiesto nulla in cambio del denaro e non sono state poste condizioni di alcun tipo per questa donazione. Non è stata collegata ad alcun tentativo di corruzione, né di influenzare la mia posizione sindacale sul Qatar o su altre questioni, né di interferire con l’indipendenza dell’Ituc.
Il giudice ha creduto alla versione di Visentini, a tal punto da rilasciarlo.
Qatargate, il ruolo di Francesco Giorgi e di moglie e figlia di Panzeri nella vicenda
Utilizzando la cassa del Qatar, Panzeri pagava in contanti chi riteneva potesse essergli utile. Questa la tesi dei magistrati, a costante caccia di prove attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali a disposizione. Decisiva potrebbe essere la collaborazione del suo collaboratore Francesco Giorgi, che si è già professato pentito e ha rivelato di aver avuto in mano la responsabilità della “cassa”.
Anche moglie e figlia di Panzeri, alle quali il Tribunale di Bruxelles ha notificato un mandato d’arresto, rischiano di rimanere implicate in Qatargate. Proprio nell’udienza di oggi, lunedì 19 dicembre, a pronunciare la propria versione sarà Maria Dolores Colleoni, compagna dell’eurodeputato: lo hanno riferito i suoi legali, che parlano di “dichiarazioni spontanee”, con “la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Brescia” che sarà “presa anche sulla base di quello che dirà la moglie dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri oltre che degli elementi d’accusa contenuti nel mandato di arresto europeo”.
Domani sarà invece il turno di Silvia Panzeri, figlia di una delle figure chiave, “l’anima”, secondo gli inquirenti, del sistema di corruzione che avrebbe portato il Parlamento a lavorare per migliorare l’immagine del Paese che ha ospitato il Mondiale. Dal mandato di arresto, emerge che “le due donne sembrano essere pienamente consapevoli delle attività del marito/padre”.