Valanga Courmayeur, resa nota l’identità della vittima. Secondo quanto emerso dopo l’incidente, lo scialpinista morto nella mattinata di ieri, domenica 18 dicembre, sarebbe Marco Neppi Modona, 52enne originario di Torino, psicologo e docente universitario di professione. L’uomo era impegnato in un fuoripista nel vallone dell’Arp, in val Zeny, a 2.500 metri di quota, quando sarebbe stato colto di sorpresa da un distacco di neve e travolto; per lui non ci sarebbe stato niente da fare e i soccorsi, giunti immediamente sul luogo dell’incidente, non avrebbero potuto far altro che recuperare il suo corpo, portandolo a Courmayeur per il riconoscimento formale. Sarebbe rimasto illeso, invece, un suo compagno.

Valanga Courmayeur: chi era la vittima, Marco Neppi Modona

Il riconoscimento formale del corpo dello scialpinista travolto dalla valanga è stato effettuato dalla Guardia di Finanza di Entrèves, che ha poi reso nota l’identità della vittima. Si tratterebbe del 52enne di Torino Marco Neppi Modona, psicologo e professore associato di Neuropsicologia e Neuroscienze cognitiva presso l’Università di Torino, che ieri si era recato in montagna per trascorrere una giornata in compagnia di un amico, come tante volte aveva fatto, vista la sua passione per lo scialpinismo. Dopo l’arrivo della valanga, che avrebbe travolto completamente l’uomo, l’amico, rimasto illeso, avrebbe cercato di disseppellirlo, chiamando i soccorsi.

Quando sono arrivati, l’uomo era già morto. Un tragico destino, quello toccato a lui e alla sua famiglia, già colpita dalla scomparsa prematura del fratello Matteo, deceduto all’età di 32 anni in un incidente stradale a Moncalieri qualche anno fa: era in sella alla sua moto, una Honda Hornet 600, in viaggio verso la sua abitazione, quando aveva perso il controllo del mezzo, schiantandosi contro alcune auto in sosta e morendo sul colpo a causa del violento impatto. Inutile, anche nel suo caso, l’intervento dei soccorritori del 118, giunti sul luogo dell’incidente insieme alle forze dell’ordine. Erano figli di Guido Neppi Modona, professore ordinario di Istituzioni di diritto e procedura penale alla facoltà di Scienze Politiche di Torino e uno dei più insigni giuristi italiani, in passato nominato giudice della Corte Costituzionale.

Ora sono in molti, sui social, a ricordare Marco, che lascia una moglie e due figli. “In un ieri lontano è stato il mio professore di neuropsicologia. In un ieri appena passato siamo diventati colleghi e mi ha dato il suo benvenuto tra i membri dell’area. Oggi è un triste giorno. Domani entrerò in Dipartimento e non sarà la stessa cosa”, scrive un’utente. “Mio professore di neuropsicologia, prima in triennale, in un’aula affollata da centinaia di ragazzini, e poi l’anno scorso, al primo corso della magistrale – le fa eco qualcun altro -. Eravamo massimo venticinque persone ed è capitato spesso di discutere insieme di scienza, dei suoi metodi e della meravigliosa scoperta del cervello umano. Avrei dovuto frequentare il suo laboratorio a febbraio e invece mi resta solo una domanda: ‘Riuscirà mai il cervello a comprendere se stesso?'”. “Che la terra ti sia lieve”, scrive un altro dei suoi ex studenti.

Aumenta il numero delle vittime di valanghe

Solo qualche giorno fa, una donna di origini francesi aveva perso la vita nell’ospedale Parini di Aosta, dove era stata trasportata in condizioni disperate e ricoverata in prognosi riservata dopo essere stata travolta da una valanga nella zona dell’Arp Vieille ed essere rimasta a lungo sepolta sotto la neve. Non si tratta di episodi isolati: con il ritorno della stagione invernale, il rischio valanghe si è moltiplicato in tutto il nord Italia e, nelle ultime settimane, ha coinvolto numerosi scialpinisti, provocando diversi morti e feriti.