Continua la mostra archeologica itinerante della Terra dei Giganti, a cura della Fondazione Mont’e Prama che dopo Genova, da ieri fa tappa per due settimane a Palermo nella sala dell’agorà del Museo Salinas diretto da Caterina Greco.
Le immagini sono del fotografo Nicola Castangia, invece il racconto del progetto è dell’archeologo Giorgio Murru, direttore del Menhir Museum di Laconi, curatori anche della conferenza “I Giganti prima dei Giganti”. Il progetto espositivo è realizzato oltre che dalla Fondazione Mont’e Prama, con presidente Anthony Muroni, anche dal Cagliari Calcio, direttore Business e Media Stefano Melis e il Club Manager Roberto Muzzi.
Terra dei Giganti. L’archeologia sarda in una mostra itinerante
Questo è uno dei progetti espositivi che sono stati realizzati grazie al sistema-Cabras e sistema-Sardegna che hanno come mission quello di promuovere e valorizzare il territorio con iniziative importanti che fino ad oggi, compreso l’anno in corso, hanno fatto registrare un 2022 di successo.
La mostra è finalizzata a far conoscere il patrimonio archeologico che offre la terra di Mont’e Prama e per questo, per dare una forte spinta alla comunicazione e alla diffusione della cultura locale ad ampio raggio, in una note il presidente Muroni ha fatto sapere che per i Giganti è stato scelto un tipo di comunicazione che mette sullo stesso livello lo Sport e la Cultura. L’archeologia appartiene a tutti, perché consente di capire e comprendere in alcuni casi in maniera più affinata, la nostra storia, il nostro passato di ogni territorio. Dopo Palermo, la mostra toccherà Bari, Venezia, Brescia e Parma.
Chi sono i Giganti?
Sos gigantes de Monti Prama, in sardo, o meglio i Giganti di Mont’e Prama sono sculture antiche appartenenti alla Civiltà Nuragica e furono ritrovate per puro caso nel 1974 proprio a Mont’e Prama, nel Sinis di Cabras, in zona centro occidentale della Sardegna. Si tratta di sculture scolpite in un unico blocco di calcarenite locale e la loro altezza va dai due metri a circa tre e rappresentano perlopiù arcieri e guerrieri. Oltre a queste sculture, furono trovate altre statue di nuraghi e numerosi betili, ossia un tipico manufatto artistico che si trova nell’esedra delle tombe dei giganti. Tutto il complesso scultoreo è stato sottoposto a un importante restauro ed è costituito da 38 sculture di cui cinque arcieri, quattro guerrieri, tredici modelli di nuraghe e sedici pugilatori.
Le statue furono trovate quasi tutte spezzate in una grande necropoli costituita da circa 150 sepolture tra cui giovani individui maschi dalla corporatura molto sviluppata; questo infatti, comproverebbe l’esistenza della classe dei guerrieri o anche degli aristocratici. Dentro le tombe sono stati trovati dei frammenti di statue che hanno consentito di datare in maniera più efficiente alcuni dettagli temporali. Per lo stesso motivo, per dare indicazioni cronologiche più precise, sono stati rinvenuti una serie di ceramiche ed è stato anche possibile individuare uno scarabeo egizio di età ramesside. La datazione va dal IX secolo a.C. o XIII a.C. Ad oggi pare che il complesso scultoreo sia il più antico e anche il più numeroso di tutta Europa e del Mar Mediterraneo occidentale perché è antecedente ai kouros dell’Antica Grecia e secondo alle sculture egizie.
Tra il 1975 e il 2017 sono state condotte quattro campagne di scavo e durante questo periodo sono stati rinvenuti circa diecimila frammenti di pietra, tra cui 15 teste, 176 frammenti di braccia, 27 busti, 143 frammenti di gambe e 784 frammenti di scudo. La prima esposizione dei ritrovamenti avvenne nel Museo Archeologico di Cagliari. Solo nel 2005 grazie a dei fondi pubblici del ministero per i beni e le attività culturali e della Regione Sardegna, le statue hanno ritrovato una loro composizione grazie alla collaborazione dei restauratori del Centro di conservazione archeologica di Roma, con la soprintendenza della provincia di Nuoro e Sassari.