Bare insepolte a Palermo, prosegue la battaglia in merito all’emergenza Rotoli. Musumeci ha stanziato 2 milioni per risolvere il problema: “Le oltre mille bare rimaste insepolte da due anni nel cimitero di Palermo costituiscono ormai una emergenza nazionale. Lo Stato raccoglie la richiesta di aiuto avanzata dal sindaco della città Roberto Lagalla e dal vicesindaco Carolina Varchi e interviene con la Protezione civile“.

Ad annunciarlo è stato il Ministro per la Protezione Civile e per le Politiche del mare, Nello Musumeci: “Abbiamo predisposto una norma, all’esame della commissione Bilancio, che prevede deroghe di varia natura ed una copertura finanziaria fino a due milioni di euro. Commissario sarà nominato lo stesso sindaco, che avrà risorse, mezzi e strumenti per normalizzare la gravissima situazione igienico-sanitaria venutasi a creare nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli del capoluogo regionale“.

Bare insepolte a Palermo, la situazione non è ancora cambiata

Bare insepolte a Palermo, nel camposanto più grande della città le emergenze restano all’ordine del giorno, tuttavia, meno di un anno fa, l’ex dirigente dei Servizi cimiteriali del Comune e comandante dei Vigili urbani, Gabriele Marchese, disse: “Ci sono 3 mila posti relativi a sepolture private libere che si potrebbero utilizzare in attesa di nuovi posti nei campi di inumazione. Io così ho azzerato le salme a deposito quando ero dirigente dei Servizi cimiteriali del Comune“. Marchese era intervenuto sull’emergenza ai Rotoli, dove le bare insepolte hanno superato da tempo quota mille. Nei forni crematori mancano i sacchi per le estumulazioni, mentre gli scavi procedono a rilento. L’ex capo aveva proposto una momentanea soluzione già in passato: “Ci sono posti disponibili nelle sepolture in stato di abbandono, nonché in quelli dei privati non utilizzate e quelli derivanti dalle estumulazioni nei campi di inumazione nella zona alta che da tempo non vengono svuotati. Quando ero dirigente nel giro di circa un mese il deposito, che all’epoca aveva 400 bare, fu totalmente svuotato. Oggi appare incomprensibile perché non si possa adottare la stessa metodologia che peraltro prevedeva anche l’utilizzo temporaneo delle sepolture dei privati fino alla concorrenza dei posti liberi“. E sul forno crematorio: “Nonostante sia vetusto, nel periodo della mia gestione aveva un funzionamento pressoché regolare al netto di brevi interruzioni causate dal crollo di alcuni materiali della volta della camera di combustione causati dallo scoppio di alcune casse che venivano riparate nel giro di due tre giorni“. L’idea è quella che per superare la criticità, a Palermo serva un nuovo cimitero.

Rotoli è diventato il cimitero della vergogna, la forte disperazione dei parenti si nota soprattutto nel giorno della commemorazione dei Defunti. I bagni sono rotti e le persone anziane fanno fatica a raggiungere le lapidi dei propri mariti e delle proprie mogli, vista la sospensione del servizio navetta per la messa. In quell’occasione, il sindaco aveva fatto salire la donna anziana nella sua auto, dichiarando inoltre: “Ci auguriamo che tra un anno le cose siano migliorate“. Però non è andata così. Niente è cambiato. Per non parlare dei cattivi odori presenti. Le bare sono anche vicino agli uffici dei dipendenti della Reset, nonostante la striscia di nastro adesivo per provare ad allontanare l’orrore dalle loro scrivanie. La puzza e il senso di nausea arrivano anche oltre la porta.

L’appello dell’Arcivescovo Corrado Lorefice sulle bare insepolte a Palermo

Il 2 novembre 2022, durante la celebrazione dei Defunti, l’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha rilanciato l’appello riguardo una situazione ormai fuori controllo, così come fece sempre durante l’omelia, lo scorso anno: “Noi dobbiamo custodire i corpi. A cominciare da questo luogo, da questo cimitero. Non possiamo continuare ancora a vedere i corpi dei nostri cari profanati. Ci dev’esser dato di venire a commemorare i nostri morti in una degna dimora. Occorre individuare la responsabilità di questo scempio. Giustizia e rispetto dei nostri morti, chiedono che venga allo scoperto l’origine di questa profanazione. Occorre agire tempestivamente sulle cause“.

Intanto, sono state depositate numerose interrogazioni parlamentari sulle bare insepolte in questi ultimi due anni.