Adesso il Quatar minaccia l’UE sulla cooperazione energetica: le misure anticorruzione adottate in relazione al cosiddetto Qatargate avranno un impatto negativo sulle relazioni tra Doha e Bruxelles. È questo il messaggio contenuto in una nota diffusa da un diplomatico della missione del Qatar presso la Ue, dopo la decisione di Bruxelles di sospendere qualsiasi discussione in Plenaria riguardante l’emirato del Golfo e di impedire l’accesso dei suoi rappresentanti all’Europarlamento. “La decisione – si legge nella nota- di imporre una restrizione così discriminatoria che limita il dialogo e la cooperazione con il Qatar prima della fine del processo, avrà un effetto negativo sulla cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale, nonché sulle discussioni in corso sulla carenza energetica globale e sulla sicurezza”. Nel testo, inoltre, si sottolinea che Doha è un ‘importante fornitore di gas naturale liquefatto al mondo, oltre a lamentare l’assenza di collaborazione da parte del governo del Belgio di cui, ha ricordato il diplomatico quatariota, il Paese del Golfo è partner stretto. E ha respinto quelli che ha definito come “dei giudizi basati su informazioni inesatte rivelate da fughe di notizie”.
Il Quatar e la minaccia all’UE, cosa c’è alla base dello scontro. Gli interessi politici e commerciali
Dopo lo scandalo che ha travolto il Parlamento Ue per le presunte mazzette inviate da Qatar e Marocco a europarlamentari di ieri e di oggi, assistenti e altri soggetti capaci di influenzare le decisioni comunitarie, Bruxelles è corsa ai ripari sospendendo qualsiasi discussione in Plenaria riguardante l’emirato del Golfo e impedendo l’accesso dei suoi rappresentanti all’Eurocamera. Adesso Doha risponde mettendo in guardia le istituzioni comunitarie sull’impatto negativo che la decisione può avere sui rapporti tra Qatar e Ue, dal momento che quest’ultimo è un importante fornitore di gas. Una minaccia neanche troppo velata quella dell’emirato che ben conosce l’esigenza dei Paesi europei di poter contare sul Paese dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina. Non potendo più contare sui flussi del 2021 provenienti dalla Federazione, infatti, i 27 membri dell’Ue hanno avviato da mesi strategie di approvvigionamento differenziato e il Qatar è uno degli Stati più rilevanti da questo punto di vista. Inoltre, l’emirato è anche un grande importatore di armamenti da diversi Paesi europei: un business per il settore della Difesa da miliardi di euro. Secondo molti esperti di energia, come rileva il New York Times, il Qatar sta diventando l’Arabia Saudita del gas, un fornitore di energia indispensabile con vaste riserve e costi molto bassi. Da tempo grande esportatore di gas naturale liquefatto verso i Paesi asiatici, il paese è pronto a diventare una fonte energetica fondamentale per l’Europa, che sta abbandonando giocoforza la sua dipendenza dalla Russia. Non solo: il Qatar si sta anche avvicinando anche alla Cina, minando le speranze russe di dirottare verso l’Asia la maggior parte dell’energia che l’Europa non acquista più. Il Paese sarà in grado di vendere il gas naturale più a lungo e in modo più redditizio di altri grandi esportatori come l’Australia e la Russia e l’anno scorso ha avviato la costruzione di quattro nuovi giganteschi terminali di produzione ed esportazione, investimenti che aumenteranno la sua capacità di esportazione di oltre un terzo entro il 2026. La Qatar Energy, la società statale, è quella che ha negoziato un accordo di 15 anni per la fornitura di gas alla Germania. L’emirato fornirà due milioni di tonnellate di gas all’anno, dando a Berlino una misura di sicurezza energetica (anche se, va detto, il gas del Qatar rappresenta una piccola frazione di quello fornito dalla Russia alla Germania e non inizierà ad arrivare prima del 2026).
Le accuse specifiche contro il governo belga
Nel suo comunicato di minaccia all’UE il Quatar ammonisce in particolare le autorità belghe e insiste sulla “inaccuratezza” delle informazioni utilizzate che associano il loro governo a una cattiva condotta. “Il nostro Paese non è stata l’unica parte nominata nelle indagini – riporta la nota- seppure si è visto esclusivamente criticato e attaccato. Abbiamo osservato con grande allarme la condanna selettiva di questa settimana”. Secondo quanto si legge nella nota, il governo belga non avrebbe fatto alcuno sforzo per impegnarsi e collaborare con i rappresentanti di Doha al fine di stabilire la realtà dei fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse. Fatti che, però, secondo le ricostruzioni emerse dalle indagini della procura federale belga, mostrano il coinvolgimento di uomini vicini alla monarchia degli al-Thani e la loro vicinanza ai personaggi al centro dell’inchiesta.