A Firenze un uomo di 38 anni è stato indagato con l’accusa di molestia nei confronti della moglie. Secondo la perizia avrebbe minacciato e molestato la donna, ma dopo una serie di analisi e controlli dettagliati è stato assolto per aver subito traumi e abusi durante l’infanzia, sia in famiglia sia in comunità.
Accusa di molestia, oggi assolto: tutti i dettagli
Un uomo di 38 anni è stato assolto dopo essere stato accusato per aver molestato e minacciato la moglie. I giudici avrebbero preso tale decisione per aver subito dei traumi infantili. Sembra che il diretto interessato vivrebbe una condizione di stress dovuto ai traumi avuti quando era piccolo. Inoltre, secondo le ultime notizie della cronaca locale, l’uomo avrebbe subito violenze e abusi non solo dalla famiglia ma dalla comunità fondata da Fiesoli e Goffredi nel 1977. Il caso è ancora aperto e continuano le indagini per ottenere maggiori informazioni al riguardo e analizzare nel profondo la situazione così da definire totalmente la vicenda.
Si tratta di un gruppo diventato famoso a causa dello scandalo Forteto. A quanto pare, poi, l’assolto avrebbe conosciuto la moglie proprio durante la frequentazione della comunità ed i due avrebbero vissuto molti anni in quel contesto. Il suo caso non sarebbe l’unico, secondo quanto riportano le indagini, pare che siano avvenuto anche altre molestie sessuali ed episodi di pedofilia e molti bambini sarebbero usciti dalla struttura con una serie di disturbi psichiatrici a causa dei traumi vissuti al suo interno.
Lo scandalo Forteto
All’interno della comunità fondata da Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi è avvenuto lo scandalo Forteto. Dopo vari controlli effettuati sul posto e le testimonianze, grazie al lavoro di tre commissioni di inchiesta regionale e nazionale, è uscito alla scoperto che all’interno della struttura sono stati commessi alcuni abusi psicologici e sessuali nei confronti dei minori e disabili che vivevano lì dopo essere stati dati in affidamento dal Tribunale dei minori.
“Un giovane fu violentato da Rodolfo Fiesoli, non so dire se successe quando era minorenne o maggiorenne. Era venuto al Forteto col fratello, erano di San Marino. Io e mia moglie l’avevamo preso in affidamento, poi diventò uno dei miei figli adottivi, un giorno mi raccontò l’accaduto. Quando andai a chiedere spiegazioni a Fiesoli trovai omertà negli altri membri della comunità”. Avrebbe raccontato un testimone durante il processo sulla comunità agricola per giovani con problematiche di Il Forteto.
Proseguendo il racconto, il testimone avrebbe aggiunto un altro dettaglio: anche lui sarebbe stato molestato da Rodolfo Fiesoli. “Successe una prima volta nel 1976, avevo 18 anni, poi Fiesoli mi violentò altre volte fino al 1984, mi diceva che era l’unico modo per sentirmi libero, dopodiché mi permise di tornare a vivere vicino a mia moglie”.
Molestie, quando chiedere aiuto
Sono sempre di più i casi di molestie e abusi sessuali che si verificano quotidianamente nel nostro Paese. Non bastano le manifestazioni, eventi e iniziative che vengono organizzati per limitare tali episodi e sensibilizzare un maggior numero di persone. La richiesta di aiuto, in alcuni casi, arriva quando è troppo tardi e la situazione è degenerata. Per questo è fondamentale farlo il prima possibile, così da non incorrere in conseguenze ancora più gravi. Con l’arrivo dei social, è stato lanciato un segnale che indica proprio il bisogno di aiuto. Si tratta di un pugno con il pollice che resta chiuso al suo interno. In realtà, è stato fondato da Canadian Women’s Foundation, una fondazione canadese femminista che si occupa di violenza domestica. Durante il lockdown, tale segno è diventato un codice internazionale utile a denunciare ogni tipo di abuso che si verifica quando il molestatore è lì.