Alfredo Trentalange ha rassegnato le proprie dimissioni dalla presidenza dell’Aia. A darne comunicazione ufficiale, è stata proprio l’Associazione Italiana Arbitri tramite un messaggio sui propri canali social. La decisione avviene in seguito alle accuse della Procura Federale per il caso D’Onofrio. Inizialmente Trentalange aveva comunicato la sua volontà di non dimettersi dalla presidenza, ora arriva la decisione definitiva. Il comunicato spiega anche questa sera alle ore 21.00, i Componenti del Comitato Nazionale parteciperanno ad una video conferenza con i presidenti delle Macro Regioni per spiegare i motivi della scelta.

Questo il comunicato ufficiale dell’Associazione Italiana Arbitri: “Alfredo Trentalange ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri. Questa sera, alle 21, i Componenti del Comitato Nazionale incontreranno in videocall i Presidenti delle rispettive macro regioni per spiegare le ragioni della scelta”.

Le accuse della Procura Federale contro Alfredo Trentalange

Nei giorni scorsi, la Procura Federale ha portato avanti accuse pesanti al presidente Alfredo Trentalange. L’ex arbitro era accusato di avere: “la diretta responsabilità delle nomine dei vertici degli organi di giustizia Aia” e avere un “rapporto personale consolidato di vecchia data con D’Onofrio”e, infine, di aver “contattato telefonicamente il vicepresidente della Commissione Disciplinare Nazionale Andrea Santoni, il quale, riscontrando negligenza ed inadeguatezza professionale in capo al D’Onofrio quale componente della predetta Commissione, aveva invitato quest’ultimo per iscritto a tenere comportamenti più consoni alle funzioni svolte, chiedendogli di non assumere nuove iniziative contro Rosario D’Onofrio, e così facendo interferiva con l’attività, le prerogative, l’autonomia e l’indipendenza di un Organo di giustizia sportiva”.

Queste invece, le precedenti difese di Alfredo Trentalange, prima delle dimissioni odierne: “Ho preso atto con stupore e amarezza del contenuto della comunicazione inerente la chiusura dell’istruttoria della Procura Federale relativamente al caso D’Onofrio anche se è bene precisare che non si tratta di un deferimento a mio carico. In tal senso ho chiesto di essere sentito con estrema sollecitudine dal Procuratore, Dott. Giuseppe Chinè, non solo a mia tutela ma soprattutto nell’interesse di tutta l’Associazione Italiana Arbitri. Tengo a chiarire che non ho nessuna intenzione di dimettermi“. Una scelta che è maturata nel corso di questi giorni e che ha portato alle decisione di oggi di dimettersi dalla carica di presidente dell’Aia.