I migranti a bordo della Sea Eye 4 hanno ottenuto il permesso dalle autorità per lo sbarco nel porto di Livorno: sono a bordo della nave 63 persone.

L’autorizzazione arriva con qualche giorno di ritardo rispetto alla data in cui la Sea Eye 4 aveva soccorso un’imbarcazione nel Mediterraneo. Numerosi migranti tratti in salvo sembrano presentare ustioni sul corpo derivate dalla fuoriuscita di carburante, oltre a ferite meno recenti, probabilmente frutto di traumi subiti in precedenza.

Il gommone, in viaggio da almeno un giorno nel Mediterraneo, conta 63 persone in tutto, tra cui ben 12 minori non accompagnati e 5 donne. L’intervento della Sea Eye 4 è seguito ad un primo soccorso effettuato da nave Rise Above di Mission Lifeline.

Migranti, la Sea Eye a Livorno: assegnato il porto alla Ong tedesca

I migranti a bordo della Sea Eye, la Ong battente bandiera tedesca, sono stati autorizzati ad attraccare al porto di Livorno. L’annuncio è arrivato poche ore dopo il permesso accordato alla Rise Above, che invece si è diretta verso Gioia Tauro. Il Viminale ha diramato queste note nella giornata odierna e sembra aver già iniziato l’applicazione del nuovo codice pensato per le Ong, in via di approvazione da parte del governo. Il porto in Italia verrà concesso alle navi che ne faranno richiesta nel momento subito successivo al soccorso, evitando cioè di farne altri prima di approdare.

Il permesso ai migranti di sbarcare è inoltre da ricollocarsi all’interno di un più ampio progetto volto a rendere più facile il dialogo con i partner europei, fondamentali per quanto riguarda la successiva redistribuzione ed evitare scontri diplomatici, come successo in precedenza con la Francia. L’obiettivo, infatti, è quello di avviare un dialogo costruttivo attorno a quello che è chiamato il “Piano d’azione per il Mediterraneo centrale“: un progetto presentato dalla Commissione Europea al fine di dare una regolamentazione più chiara sulla questione migranti, un tema mai davvero risolto e che rappresenta un tasto dolente su cui è difficile trovare accordo unanime.

Tra i punti da sottolineare all’interno del documento recentemente presentato vi è la volontà di rafforzare la dichiarazione di solidarietà: vale a dire il meccanismo, pensato su base volontaria e non vincolante, pensato a supporto dei paesi che sono per ragioni geografiche sottoposti ad un flusso di migranti maggiori, Italia in prima fila, ma non solo. La recente dichiarazione di Sandro Gozi, eurodeputato delle fila di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo, sembra muoversi in questa direzione:

“L’Europa deve adottare un piano comune sulle migrazioni. Più efficacia e solidarietà nelle gestione delle frontiere esterne e nella redistribuzione dei migranti. Più responsabilità nell’identificazione, più decisione per ottenere vera cooperazione dei Paesi di origine.”