Al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, richiesto un mese fa, il Gup del Tribunale di Messina Maria Militello ha condannato a 4 anni di carcere un docente di musica di 59 anni residente a Sinagra, in provincia di Messina, arrestato l’8 Settembre scorso dagli agenti della Squadra investigativa del commissariato di polizia di Capo d’Orlando, con le accuse di pedopornografia minorile e adescamento di minore. L’insegnante ha beneficiato della riduzione di un terzo della pena.
La vittima è una ragazzina di 13 anni, sua alunna, alla quale il docente ha indirizzato oltre settemila messaggi, molti dei quali con contenuti sessualmente espliciti.
Gli investigatori hanno analizzato migliaia di conversazioni su Whatsapp che hanno portato alla luce importanti elementi probatori a capo dell’accusa, sostenuta dalla Procura di Messina.
Come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip del Tribunale di Messina Ornella Pastore, sono stati circa settemila i messaggi scambiati tra il docente e la studentessa, tutti compresi nell’ultima estate, dall’inizio di Luglio e fino a quando, la mattina dell’8 Agosto scorso, la ragazzina, accompagnata dal padre, si è recata negli uffici del Commissariato di polizia di Capo d’Orlando per sporgere denuncia.
Sinagra docente condannato per pedopornografia: i messaggi
Era stato il papà, pochi giorni prima, a scoprire la fitta corrispondenza. Tra i messaggi esplicite erano state le richieste del docente di poter ricevere dalla sua alunna foto particolari o nude. Il 25 Luglio scorso per esempio, alle 16,22, l’uomo chiedeva alla ragazza: “Quali sono le tue fantasie sessuali, i tuoi sogni erotici, quello che faresti con un uomo?”, senza in quell’occasione ricevere risposta.
Solo il 26 Luglio, c’è stato l’invio di una foto da parte della giovane ragazza, uno scatto che però aveva addirittura infastidito il professore: “Non si vede niente, solo un occhio e le labbra” e, nel successivo messaggio, apparendo la ragazzina vestita aveva scritto, “Va benissimo, sei cambiata, sei bona”.
In altri messaggi rinvenuti dalla loro conversazione l’uomo appare intimorito dalla possibilità di essere arrestato e scrive: “Te ne sei fregata altamente e sei andata avanti per la tua strada, ogni volta che ti scrivo un messaggio o cerco di vederti rischio la gogna e la galera ma questo a te poco importa”.
La ragazza comunque non ha mai accettato le due proposte avanzate dal professore di incontrarsi in spiaggia a Capo d’Orlando e di andare a casa sua per vedere il nuovo letto che aveva appena comprato. Da parte sua il professore, non è mai andato oltre queste richieste e non ha mai utilizzato un linguaggio volgare nè mai ci sono stati contatti tra i due.
La questione legale
Il professore, difeso dagli avvocati Alessandro Pruiti Ciarello e Vincenzo Amato, ha avuto ridotta di un terzo la pena, secondo quanto previsto dal rito abbreviato. La famiglia della ragazza, precisamente il padre e la madre, si sono costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Daniele Letizia.
Una eventuale quantificazione dovrà essere liquidata, in sede civile, ma solo se la condanna dovesse essere definitiva. Dopo il deposito delle motivazioni, l’imputato potrà comunque presentare richiesta d’appello.
La vicenda ha destato scalpore nell’hinterlan dei Nebrodi anche perché, seppur non siano state pubblicate le generalità del professore a tutela della ragazzina, tutti sanno di chi si tratta essendo noto nell’ambiente non solo scolastico ma anche musicale per la sua attività.
Il Gip Pastore, nelle conclusioni, scrive che “il docente, (indicato con le generalità nell’ordinanza), approfittando del proprio ruolo di professore, abbia intrattenuto conversazioni con la sua alunna minore con richieste, tramite l’invio di messaggi con l’applicazione Whatsapp, anche dal contenuto sessualmente esplicito e ciò al fine di soddisfare o eccitare il proprio istinto sessuale”.