Reddito di cittadinanza ridotto a 7 mesi nel 2023 e ultime novità su pensioni e superbonus arrivano dagli emendamenti presenti nella legge di Bilancio alla giornata del 17 dicembre. Con l’obiettivo di cancellarlo nel 2024, le mensilità del reddito di cittadinanza potrebbero scendere a sette nel nuovo anno per chi lo percepisce e risulti occupabile. Si ridurrebbe, dunque, di un mese il pagamento del Rdc rispetto alle ultime modifiche intervenute nella legge di Bilancio 2023 ma le novità riguardano anche i rifiuti delle offerte di lavoro e l’integrazione dell’indennità rispetto allo svolgimento di altri lavori che lascerebbero inalterato l’importo del reddito entro certi limiti di retribuzione. Sull’assegno unico per i figli aumenta di 50 euro l’indennità per le famiglie numerose, mentre sul superbonus non dovrebbe andare oltre il 31 dicembre 2022 la scadenza per la presentazione della Cilas ai fini del massimo beneficio fiscale del 110%.

Reddito di cittadinanza ridotto a 7 mesi nel 2023 e ultime novità: si può lavorare fino a 3.000 euro

Si va verso l’ulteriore riduzione da otto a sette mensilità di percezione del reddito di cittadinanza nel corso del 2023 per chi risulti occupabile. Le ultime modifiche sono racchiuse nel maxi-emendamento presentato per effetto dei risparmi preventivati sulla misura. Con la stretta, infatti, il governo guidato da Giorgia Meloni conta di risparmiare altri 200 milioni di euro che si andrebbero a sommare ai circa 750 milioni già stimati con il taglio di quattro mensilità. Novità sono attese anche per la perdita del sussidio: oltre all’ipotesi di decadenza del reddito di cittadinanza al primo rifiuto di una congrua offerta di lavoro, il governo starebbe valutando la possibilità di revoca anche ai giovani dai 18 ai 29 anni di età che non abbiano adempiuto alla formazione obbligatoria. Rimarrebbe invariato, invece, l’importo dell’assegno nel caso in cui i percettori del reddito dovessero svolgere lavori a intermittenza o stagionali nel corso del nuovo anno: il limite della retribuzione aggiuntiva è fissato a 3.000 euro. Infine, i datori di lavoro che nel prossimo anno dovessero assumere percettori di reddito di cittadinanza a tempo indeterminato beneficerebbero dell’esonero contributivo del 100%.

Oltre al Rdc, novità anche su assegno unico, pensioni e superbonus

Oltre al reddito di cittadinanza ridotto a 7 mesi, le ultime novità della Manovra del governo di Giorgia Meloni riguardano l’assegno unico, le pensioni e il superbonus. Sull’assegno unico vi è la possibilità di aumento di 50 euro (da 100 a 150 euro) per le famiglie numerose, in particolare dal quarto figlio in su. La maggiorazione diventerebbe strutturale. Sulle pensioni minime si registra l’aumento a 600 euro per i percettori di almeno 75 anni di età. Rispetto a questo aumento – più sostanzioso dei 570 euro di maggiorazione del 120% calcolata sull’inflazione del 2022 – Silvio Berlusconi traccia l’obiettivo da raggiungere entro la fine legislatura ovvero quello di “portare le minime a 1.000 euro”. Infine, la proroga del superbonus con il massimo della detrazione fiscale del 110%, riscattabile anche con la cessione del credito o con lo sconto in fattura, dovrebbe fermarsi al 31 dicembre 2022, scadenza entro la quale gli interessati dovranno comunicare l’inizio dei lavori mediante presentazione della Cilas. Al superamento di questa scadenza, dal 1° gennaio 2023, il beneficio del superbonus scenderà al 90%.