Lo aveva preannunciato nei giorni scorsi il ministro Piantedosi, ma ora cominciano a emergere i primi dettagli concreti del codice di condotta che lo Stato italiano si appresta a richiedere alle navi ong.

Due i punti salienti fino a questo momento noti: l’immediata richiesta di protezione internazionale dei migranti e la richiesta di un porto di sbarco. Nel primo caso, se gli ospiti dovessero avanzare domanda, toccherà al Paese di bandiera accogliere i migranti dopo lo sbarco. Nel secondo caso, una volta concessa l’autorizzazione a sbarcare, la nave dovrà dirigersi verso la destinazione senza attendere altri soccorsi.

Codice di condotta Ong, protezione internazionale e porti sicuri

Codice di condotta Ong, ultime notizie.

Il capo del Viminale ha indicato gli ultimi giorni dell’anno come quelli in cui si discuterà la sua promulgazione, dal momento che esso costituisce la materia principale del cosiddetto Decreto Flussi. Nel suo discorso in occasione del decennale di Fdi, Meloni ha ricordato che “L’Italia è stata la prima a porre l’attenzione sul problema dell’immigrazione nel Mediterraneo“, ora sul tavolo dell’Ue, ma ha anche smesso di accettare passivamente l’immobilismo altrui e ha fatto valere le sue ragioni.

La situazione più critica nel Mediterraneo rimane quella legata alle isole della Grecia. Ieri la notizia straziante della morte di un bambino di appena due mesi, il cui corpo è stato recuperato dopo che il barchino su cui viaggiava nei pressi di Lesbo insieme ad altre 40 persone si è rovesciato. Un bambino di due mesi è stato recuperato morto dopo che un gommone di migranti è affondato ieri al largo dell’isola di Lesbo in Grecia. Fatale l’impatto con le rocce di Fara, altre 30 persone sono invece state salvate.

Solo 24 ore prima un’altra imbarcazione con a bordo 100 persone è stata intercettata dalla Guardia Costiera nelle isole Cicladi, dove le autorità hanno arrestato quattro persone accusate di traffico di esseri umani.