Dopo mesi di restauro, la “Natività”, di Piero della Francesca, risalente a diversi secoli fa, è tornato in mostra alla National Gallery di Londra.
Sono serviti quindici mesi di meticoloso trattamento conservativo per ridare all’opera la sua originaria bellezza.
La “Natività” di Piero della Francesca è tornato in mostra alla National Gallery: gli interventi di restauro
Il capolavoro di Piero della Francesca, è tra i più apprezzati della National Gallery di Londra, dove è custodito dal 1874.
Gli interventi di restauro dell’antico dipinto sono stati eseguiti da Jill Dunkerton, restauratrice senior presso il Museo, la quale ha assicurato di aver portato avanti degli interventi ridotti al minimo utilizzando dei pennelli molto piccoli e di estrema precisione.
Oltre a restituire al dipinto i colori molto simili a quelli originari, l’intervento di restauro, ha svelato anche nuovi dettagli, risolvendo, tra l’altro, un mistero di vecchia data.
L’opera, infatti, non è un dipinto incompiuto, come in molti hanno creduto a lungo.
Una deduzione errata, tratta principalmente dalla mancanza di ombre sul terreno e dall’assenza di una precisa traiettoria della luce.
Ecco cosa ha spiegato in proposito la stessa Dunkerton a “The Art Newspaper”:
“La mancanza di ombre proiettate nell’immagine, precedentemente vista come un’indicazione che l’immagine era incompiuta può ora essere vista come un’amplificazione di questo aspetto visionario”.
Secondo la restauratrice, ciò che prima appariva incompiuto era solo il risultato della “pulizia eccessiva” compiuta durante i precedenti interventi di restauro.
La restauratrice, si è occupata principalmente di ridipingere solo parzialmente le figure, velando sottilmente le linee del disegno, senza rifinirle troppo.
Un altro risultato davvero sorprendente è anche la rivelazione di una delle aree meno notevoli del dipinto, ovvero, la parte in cui figurano delle piccole pietre grigie della struttura stabile dietro le figure.
In particolare, le pietre grigie della stalla si sono rivelate essere di un chiarore anomalo, generato da un’intensa fonte di luce proveniente dall’alto.
Qui, infatti, il ritocco della vernice abrasa ha mostrato una macchia di pietre più chiare, portando lo spettatore a rendersi conto che c’è, in effetti, un fascio di luce che viene irradiato da un foro nel tetto di paglia della stalla.
Dopo mesi di trattamento, ora il capolavoro può di nuovo essere ammirato in tutto il suo splendore al Museo di Londra, appena in tempo per le festività natalizie.
Il significato dell’opera
Secondo i ricercatori del museo londinese, la “Natività” di Piero della Francesca, rappresenta una visione profonda e commovente della nascita di Cristo.
Il dipinto ad olio che si distingue per la grazia delle sue figure, il suo potere narrativo, la luminosità dei suoi colori e la sua spiritualità mostra la Vergine umilmente inginocchiata su un promontorio roccioso, in adorazione del Cristo bambino.
A terra, davanti a lei, giace infatti, il Bambin Gesù, protetto dal freddo da un manto di colore azzurro mentre protende le braccia verso di lei, mentre gli angeli forniscono un accompagnamento musicale polifonico.
Dietro di loro, due pastori, l’anziano Giuseppe, un bue e un asino sono testimoni della scena, la quale è ispirata alla visione miracolosa di Santa Brigida di Svezia.
Nonostante l’opera versasse in pessime condizioni conservative, fu acquistata dalla National Gallery di Londra nel 1874.
A quell’epoca, infatti, il dipinto era molto macchiato a causa di goffi restauri ed eccessivi interventi di pulizia abrasiva che ne avevano alterato la rappresentazione iniziale. Anche il pannello di legno era rotto e le immagini dei pastori era state consumate fino al disegno sottostante.
Tuttavia il Museo londinese, acquistò il capolavoro di Piero della Francesca per circa 2,5 milioni di sterline e dopo vari restauri, il dipinto è oggi uno dei più amati dell’intera galleria.