Nuovo Codice appalti 2023, tutte le novità in arrivo dalla revisione prezzi agli affidamenti diretti: con il testo del decreto approvato nella giornata del 16 dicembre 2022, cambiano profondamente le procedure per l’affidamento pubblico di lavori, servizi e forniture. L’approvazione nel Consiglio dei ministri del governo guidato da Giorgia Meloni pone importanti cambiamenti sugli aggiustamenti dei prezzi che scatteranno a partire da aumenti del 5%. Importanza strategica rivestiranno gli affidamenti diretti dei lavori, la cui soglia viene elevata a 500mila euro rispetto ai 150mila fissati da Mario Draghi nella prima stesura del Codice degli appalti di settembre scorso. Cambiano anche le soglie rispetto alle quali le stazioni appaltanti potranno procedere agli affidamenti senza il bando di gara. Il nuovo Codice è atteso all’entrata in vigore entro la fine di marzo 2023, ma potrebbe esserci una proroga fino al termine dell’anno per adeguare le professionalità delle stazioni appaltanti alla nuova disciplina e le imprese alle nuove regole: su questo passaggio c’è da ottenere l’ok da Bruxelles.

Nuovo Codice appalti 2023, tutte le novità in arrivo: revisione prezzi scatta con aumenti del 5%

Il nuovo Codice degli appalti appalti pubblici 2023 riforma il sistema di revisione dei prezzi: il decreto legislativo 50 del 2016 fissava all’articolo 106 l’alea dei prezzi al 20% e copriva fino al 50% l’aumento stesso. Il decreto di ieri dispone la revisione dei prezzi alla soglia del 5% dell’importo complessivo dell’opera con copertura dell’80% della variazione intervenuta. Sulla lista delle opere prioritarie, il governo vira verso il ritorno della legge obiettivo, cancellando il riferimento al Piano generale dei trasporti e della logistica e ripristinando anche la figura del general contractor che era stata abolita dal decreto del 2016. Risolto anche il vincolo sulle gare di appalto integrato: il nuovo codice prevederà l’affidamento a un unico soggetto sia per la progettazione che per l’esecuzione di un lavoro.

Codice appalti governo Meloni: affidamenti diretti fino a 500mila euro

Particolare attenzione nel nuovo Codice degli appalti pubblici è stata riservata agli affidamenti diretti. Il precedente testo del governo guidato da Mario Draghi aveva fissato in 150mila euro il valore dell’appalto in affidamento diretto da parte dei comuni. Con il nuovo codice la soglia dei lavori viene elevata a 500mila euro, anche senza la qualifica di stazione appaltante, questione quest’ultima che aveva suscitato non pochi dubbi rispetto alle disposizioni dell’attuale Codice dei contratti pubblici. Peraltro, il nuovo testo del decreto del governo Meloni stabilisce i nuovi limiti per gli affidamenti diretti, anche senza gara, a 140mila euro per le forniture e i servizi e a 150mila euro per i lavori, purché “siano scelti soggetti in possesso di documentata esperienza pregressa”. La scelta dei soggetti dovrà potrà avvenire anche mediante elenchi e albi tenuti presso le stazioni appaltanti. Le stesse stazioni appaltanti potranno procedere, inoltre, con il “subappalto a cascata” mediante l’adozione di criteri di valutazione discrezionali.

Appalti, codice più snello e partecipazione dei privati al partenariato

Il nuovo Codice degli appalti integra il precedente negli affidamenti relativi al modello di partenariato pubblico-privato (PPP). La partecipazione dei privati a investimenti pubblici dovrà essere coordinata con il programma triennale delle amministrazioni pubbliche e preceduta da un esame preliminare nel quale si dovranno valutare l’opportunità di finanziare opere pubbliche con risorse private, l’ottimizzazione dei costi e dei benefici e la capacità di ricorrere a soluzioni innovative. Il Codice, inoltre, sarà più snello, come chiedevano gli operatori del settore degli appalti: saranno eliminati 104 vecchie disposizioni legislative tra le quali annessi alle direttive dell’Unione Europea, allegati al decreto legislativo 50 del 2016, linee guida dell’Anac (che gestirà anche la Banca dati dei contratti pubblici oltre a vedersi rafforzare la vigilanza e le funzioni sanzionatorie) e altri regolamenti attuativi, tutti sostituiti da 35 nuovi allegati.