Un rave improvvisato ha radunato oggi a Roma circa duecento giovani. L’assembramento è avvenuto in pieno centro, all’ombra del Palatino, proprio sul viale delle Terme di Caracalla. L’appuntamento è stato dato alla metro del Circo Massimo, come si legge nel volantino di invito che lancia Piknix, il primo picnic collettivo, libero e autogestito contro il nuovo articolo 633bis, il decreto antirave appunto. I manifestanti rivendicano una taz, una zona temporaneamente autonoma, per riprendersi spazio e tempo, c’è scritto su manifesti e striscioni. Non solo, nello street parade stand dove si balla, si realizzano magliette e striscioni contro il carcere “che uccide”, il 633bis che regola appunto l’invasione di terreni. “Libertà di evadere” si legge, ma anche “la felicità è sovversiva quando si collettivizza”.
Rave in pieno centro a Roma, la polizia circonda i partecipanti. Proteste anche in altre città d’Italia
A recintare l’area occupata dai manifestanti alle Terme di Caracalla decine di poliziotti del Reparto mobile. Dopo un paio d’ore, dall’inizio del raduno, infatti, la polizia ha circondato i partecipanti e ha impedito l’accesso alle persone che stavano ancora arrivando. Fuori dal parco si sono messe in sosta delle camionette. “Aziona disturbo, alimenta riot”, si legge in un cartello posto vicino alle tante casse per la musica. Festosa, favolosa, sovversiva e dissidente: così viene descritta la mobilitazione delle centinaia di persone che si sono date appuntamento nel centro della capitale per protestare contro il nuovo articolo 633 bis, parallelamente alla manifestazioni di piazza di altre città nel nostro Paese. Sul volantino Piknix, dai caratteri arancioni su scritte nere, si leggono le motivazioni dei manifestanti, secondo i quali “si vogliono colpire gli spazi di libertà, di espressione, di socialità e di conflitto. Oggi è toccato ai rave ma da domani toccherà a chi occupa le scuole, le università, le fabbriche, le case, a chi sceglie di scendere in strada, a chi decide di lottare e a chi non ha altra scelta”. La protesta è per il 633bis e per il governo intero: “Repressivo, corporativista, patriarcale che, guidato dal capitale, usa il suo potere normativo sulla sicurezza e la salute pubblica per incriminare tutto ciò che non può mercificare. Contro questo decreto liberticida rispondiamo con un’azione di ripresa dello spazio pubblico, libera, autogestita e autoprodotta. Porta il tuo cibo, la tua musica, il tuo corpo, la tua fantasia: la socialità non può essere un reato”. L’evento fa parte dell’iniziativa “Tekno against repression”, organizzata in tutta Italia e in alcune piazze della Francia, da Parigi a Tolosa. A Torino una street parade con antagonisti e anarchici è partita da piazza Statuto, diretta al parco del Valentino. Sfilano anche furgoni con sopra impianti e casse da dove proviene musica tecno. Uno striscione recita: ‘Smash repression 2022’. Anche a Bologna sfila una street rave parade “autorizzata dalle autorità competenti” come riferisce l’amministrazione comunale, segnalando possibili disagi alla circolazione e alle linee del trasporto pubblico lungo il percorso.
Decreto antirave, cos’è e cosa prevede
ll Senato ha approvato il dl Rave con 92 voti a favore che arriverà alla Camera il 27 dicembre. Il testo introduce l’articolo 633-bis nel Codice penale e prevede la reclusione da tre a sei anni e la multa da euro 1.000 a euro 10.000 per chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento. Non solo: il provvedimento incide anche sulla disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo e sospende fino al 30 giugno le sanzioni per i non vaccinati da Covid. Il testo, infine, detta disposizioni sull’ impiego della certificazione verde Covid-19 per l’accesso dei visitatori a strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice nonché ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere.