Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è tornato a parlare del dossier migranti per quanto riguarda la scrittura di un codice di condotta per regolamentare il comportamento delle Ong al momento dell’ingresso nelle acque italiane.

Sul Decreto Flussi, cavallo di battaglia dell’attuale Esecutivo come preannunciato in campagna elettorale da Giorgia Meloni, “si lavora per completarlo entro fine anno, è una priorità“.

Migranti, Piantedosi: “Differenziare salvataggio con traffico irregolare”

Sgonfiato in parte il clima di tensione internazionale, e senza che si siano registrate situazioni analoghe, Matteo Piantedosi torna a parlare di migranti, concentrandosi sui rapporti tra Stato italiano e Ong.

Il nostro governo non intende infatti cedere alle pressioni delle navi che hanno soccorso centinaia di persone nel Mediterraneo negli ultimi mesi, e si appresta a promuovere un codice di condotta che presenti sia aspetti giudiziari e legislativi che tecnici. Piantedosi specifica che la volontà di questa operazione risiede nel “creare elementi chiari di distinzione tra missione di salvataggio e ricerche sistematiche di persone in combutta con i trafficanti“. Questo perché “molte volte il comportamento di alcune organizzazioni non governative sembra essere improntato più che a effettuare veri e propri salvataggi a un’azione preordinata a portare solo in Italia i migranti che partono dalla Libia e da altri Paesi“. Il provvedimento andrà a stilare una lista di sanzioni per coloro che non rispetteranno le norme.

Inoltre, l’Italia desidera avere un controllo su ciò che accade nel Mediterraneo essendo il Paese più esposto insieme a Malta nella gestione dei flussi in ingresso. Un primo provvedimento servirà a identificare i flussi di ingresso regolari e a contrastare quelli irregolari, poi si passerà alle altre misure come la definizione delle quote d’ingresso. Non è mancato anche un affondo alla Ocean Viking, nave norvegese che fu la causa dello screzio tra Italia e Francia: alla festa di Fdi, Piantedosi ha ricordato che fu la stessa Ong a decidere autonomamente di attraccare in Francia, forse “per creare attrito e destabilizzazione politica tra i due Paesi”.