L’urgenza c’è (“dare più stabilità al governo e un sistema politico fragile”) e per questo il treno delle riforme costituzionali è partito. E sembra già in corsa. L’Italia del governo Meloni si avvia verso la ‘rivoluzione’ del presidenzialismo – che sia l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del capo del governo – e l’annuncio irrompe alla festa per i 10 anni di Fratelli d’Italia. Comprese, tappe, modalità e qualche preferenza sul modello. Le indica Elisabetta Casellati, rivelando di aver scaldato i motori: “Questo treno è partito, le riforme costituzionali sono urgenti oggi più che mai”, scandisce in serata la ministra delle Riforme a un dibattito accanto ai colleghi Calderoli e Ciriani nel giorno in cui FdI accoglie gli alleati alla sua manifestazione in piazza del Popolo, a Roma. Primo step, le consultazioni con le forze di maggioranza: “iniziate con Fratelli d’Italia e Forza Italia, la prossima settimana vedrò la Lega”, spiega l’ex presidente del Senato. Poi toccherà alle opposizioni, da cui “non si può prescindere”.
Così fino a gennaio, quando si avrà un’idea del modello istituzionale migliore, dal presidenzialismo al semi presidenzialismo alla francese o il cosiddetto premierato alla Renzi. Casellati però non nasconde di preferire il semi presidenzialismo anche perché – ricorda – fu il modello scelto dalla Bicamerale di D’Alema nel ’92. Perciò punzecchia il Pd perché possa convergere su quel sistema: “Se il Pd è coerente con se stesso” e “se non se non si alzano muri ideologici o pregiudizi”, insiste. Convinta che sulle riforme il dado è tratto, aggiunge che le piacerebbe fossero la cifra del suo ministero: “Finalmente le facciamo e le faremo, mi piacerebbe fosse così”. Insomma, una volta tracciato l’orizzonte (che il centrodestra ha messo nero su bianco nel suo programma elettorale), sullo strumento non si esclude nulla, purché non si perda tempo.