Il Covid non è ancora terminato e, sebbene nel periodo di massima pericolosità sia stato un incubo, secondo il divulgatore scientifico americano David Quammen, potrebbe arrivare un altro virus dieci volte più contagioso e per cui “l’umanità non è pronta”.

Già nel 2012 in Spillover Quammen prevedeva un possibile coronavirus generato da un salto di genere e, a malincuore, a inizio 2020 ha potuto constatare che le sue nefaste aspettative si stavano trasformando in realtà.

Il primo segnale che mi ha chiarito che il nuovo virus a Wuhan avrebbe potuto causare una pandemia mi è arrivato via e-mail il 13 gennaio 2020. Era un messaggio dalla rete di allerta per le malattie infettive ProMed, inviato a 80.000 abbonati, me compreso, che menzionava un fatto nuovo sull’epidemia di “polmonite atipica” a Wuhan: ora si sapeva che era causata da un coronavirus. Sapevo dalle mie ricerche per Spillover, come molti scienziati, che la famiglia dei coronavirus conteneva virus particolarmente capaci di una rapida evoluzione, con la capacità nota di passare dagli animali all’uomo e quindi di diffondersi per trasmissione respiratoria. SARS-1, nel 2003, era stato il primo avvertimento. MERS-CoV, nel 2012, lo aveva confermato. Conoscevo la storia e avevo parlato con gli esperti dei coronavirus, quindi ero consapevole che questo nuovo virus proveniente da Wuhan avrebbe potuto diffondersi in tutto il mondo e causare devastazione.

“L’Italia è stata particolarmente sfortunata”

Al netto delle polemiche politiche Quammen si è espresso sul caso Italia, affermando che la diffusione della pandemia non è stata causata da errori politici, ma che il nord del nostro paese fosse particolarmente colpito dalla malattia, con molte persone asintomatiche che hanno contribuito alla diffusione.

Quei primi ‘spreaders’ potrebbero essere entrati dall’aeroporto di Malpensa: non lo sappiamo, non ho visto prove al riguardo, questa è solo una supposizione logica. Così come i grandi eventi, come la partita di calcio Atalanta-Valencia; potrebbe essere stato un grande momento di super diffusione, ma non abbiamo prove. Non voglio criticare le decisioni prese sui tempi e sull’entità delle misure perché non c’ero e non conosco abbastanza dettagli. Questi giudizi li dovrebbero dare gli italiani

Quammen sottolinea anche come il Covid abbia scatenato una “guerra di propaganda” dannosa, causata da una ricerca superficiale soprattutto su internet, condita da ondate populiste che si sono scatenate senza motivo contro la scienza, che anche grazie alla complicità di personaggi pubblici cinici è costata ancor più vite di quelle tolte dalla malattia.

Anche in ottica futura secondo il divulgatore bisognerebbe “educare i giovani a capire cos’è la scienza e ad acquisire le capacità e le abitudini del pensiero critico”.

L’allarme: “Potrebbe arrivare un nuovo virus molto più letale, ma non siamo pronti”

Ma l’allarme lanciato è che l’arrivo di una pandemia potrebbe non essere visto a causa della “cecità” delle persone, il non voler vedere cosa sta succedendo e cosa potrebbe accadere.

Sebbene SARS-CoV-2 abbia già ucciso almeno 6,5 milioni di persone sarebbe potuta andare molto peggio. Il suo tasso di mortalità tra i casi confermati è stato “solo” di circa l’uno percento. Poteva essere il dieci per cento. Potrebbe arrivare un’altra pandemia virale, con la stessa capacità di trasmissione del SARS-CoV-2, ma con molta più virulenza, un tasso di mortalità più elevato. Potrebbe uccidere dieci volte più persone del Covid, o più.

Non siamo pronti per il prossimo virus. Scienziati ed esperti di salute pubblica stanno discutendo su come potremmo avere una migliore preparazione e risposta. Abbiamo bisogno che anche i leader politici si impegnino con questo imperativo. E per convincere i leader politici a impegnarsi, abbiamo bisogno di pressioni da parte del pubblico. Finora, le uniche proteste che vedo sono quelle delle persone ignoranti e che rifiutano la scienza che vogliono meno prevenzione, non di più. A questo punto, sembra che SARS-CoV-2, e probabilmente il prossimo – un altro SARS-CoV, o H5N1-umano, o qualunque sia il prossimo virus a RNA – abbiano una capacità di adattamento maggiore dell’Homo sapiens”. Ma non dobbiamo accettarlo: “Possiamo combattere l’ignoranza così come la malattia. Vaccinare gli anziani con vaccini universali e ‘vaccinare’ i più giovani  con una migliore informazione e sensibilizzazione.