Confindustria: “frenano i consumi”. L’economia italiana frena: inflazione, prezzo del gas, incertezza internazionale pesano su molti settori produttivi italiani. Non sono migliori i dati sui consumi, frenati dall’aumento dei prezzi. E’ il bilancio di fine anno tracciato dal rapporto diffuso dal Centro Studi di Confindustria, che registra come la fine del 2022 veda molti comparti in sofferenza a causa del caro-energia, che accresce i costi da ormai 12 mesi. Una buona notizia arriva però dalla Cgia di Mestre che dice: “Nel 2022 in Italia c’è stata una crescita da record, abbiamo doppiato Francia e Germania”.

Confindustria: “Frenano i consumi”. Tutti i dati dell’economia

Secondo le analisi del Centro studi dell’associazione degli industriali italiani a fine anno la produzione è in forte calo, anche il settore delle costruzioni che fino ad ora ha trainato almeno in parte l’economia, l’unico comparto che sembra tenere è quello dei servizi. Sono gli effetti del caro-energia, della crisi delle materie prime, sempre più costose, e dell’incertezza internazionale. Il prezzo del gas è infatti tornato a salire a dicembre (137 euro al megawattora) e le trattative europee per fissarne un tetto sono andate a rilento. Anche ottenere il credito è diventato decisamente più costoso soprattutto nel mese di ottobre. Tutti fattori che pesano sulle industrie italiane e che hanno portato un forte calo della produzione in autunno (-1,7% a settembre, -1,0% nei mesi successivi). Per quanto riguarda poi il mercato interno, l’inflazione ai picchi storici rallenta i consumi delle famiglie. Una frenata che rischia di continuare e accentuarsi perché fino a oggi, spiega Confindustria, gli italiani hanno speso grazie ai risparmi accumulati.

Cgia: “Nel 2022 crescita record, nonostante tutto”

Se la fine dell’anno segna la frenata dell’economia italiana, su base annuale il 2022 è stato un anno da record. E’ quanto sostengono i dati della Cgia di Mestre, che parlano di 12 mesi in cui “la crescita economica italiana è stata doppia rispetto a quella registrata dai nostri principali competitors commerciali presenti nell’area dell’euro”. Nel nostro Paese, infatti, il Pil è aumentato del 2,6 per cento, mentre in Germania dell’+1,3 % e in Francia in misura ancora inferiore: dell’1%. Sempre nello stesso periodo, la media dell’Area Euro-19 si è salita del 2,3 per cento. Ciò è avvenuto nonostante l’inflazione record, il caro energia e il boom dei prezzi delle materie prime.