Riforma pensioni 2024 ultima ora. Per evitare il ritorno alla Legge Fornero, il governo ha varato per il 2023 una soluzione ponte prima di procedere ad una riforma strutturale delle pensioni. Il prossimo anno dunque ci sarà Quota 103, che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica, mentre per chi decide di restare al lavoro è stato rifinanziato il bonus Maroni che prevede una decontribuzione del 10%.

Riforma pensioni 2024 ultima ora: obiettivo Quota 41

La tabella di marcia abbozzata dal governo prevede l’avvio dal 2024 di una riforma organica della previdenza per superare progressivamente la legge Fornero. L’intervento sarà definito all’insegna del dialogo sociale con sindacati, imprese e associazioni di categoria. 

L’obiettivo è quello di arrivare a Quota 41 in forma “secca”, garantendo le uscite con 41 anni di versamenti a prescindere dall’età anagrafica entro la fine della legislatura, possibilmente tra il 2025 e il 2026. Nel frattempo verrebbero adottate quote flessibili partendo da un’età minima di 62-63 anni e sarebbe incentivato il ricorso alla previdenza integrativa con un alleggerimento dell’attuale tassazione.

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha detto chiaramente che per le pensioni bisogna seriamente pensare a una riforma piuttosto che continuare ad andare avanti con le Quote. Anche i sindacati spingono per un riforma organica della previdenza.

Opzione donna

Per il 2023, con la legge di Bilancio in fase di definizione, il governo guidato da Giorgia Meloni pensa di prorogare Opzione donna modificandone tuttavia i requisiti e in particolare l’età anagrafica per andare in pensione anticipata rispetto, per esempio, ai 67 anni previsti per quella di vecchiaia.

Forte è il pressing affinché la norma, che consente il pensionamento anticipato alle donne che hanno determinati requisiti, sia prorogata nella versione attualmente in vigore: 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi con l’assegno calcolato interamente con il più penalizzante metodo contributivo.

La ministra del Lavoro, Marina Calderone, è contraria alla versione varata dal Cdm che prevede vincoli al requisito anagrafico legato ai figli (58 anni in presenza di un figlio, 59 anni con due, 60 anni senza). Dubbi anche sulla possibilità di accedere al pensionamento anticipato consentita soltanto alle donne caregiver (cioè che prestano assistenza a un familiare in base alla legge 104), o che sono invalide al 74% oppure che sono lavoratrici di aziende che hanno tavoli di crisi aperti presso il Mimit.