Il governo Meloni cancella dalla manovra il fondo sostegno all’affitto e quello per morosità incolpevole, entrambi strettamente legati al reddito di Cittadinanza. Se fino a quest’anno i destinatari del sussidio economico contro la povertà avevano avuto la possibilità di usufruire di un contributo per non rischiare lo sfratto e ritrovarsi in strada, con il nuovo governo questo sembrerebbe essere stato proprio azzerato. Il sostegno, alternativo a un contributo per il mutuo di 150 euro, era previsto per le diverse categorie di beneficiari e ammontava a poco meno di 300 euro.

Fondo sostegno affitto: cos’è, a quanto ammontava e chi ne aveva diritto

Istituito dalla legge 431 del 1998, il contributo all’affitto è stato finanziato per una cifra pari a 4 miliardi. I sindacati e le associazioni che rappresentano gli inquilini da anni fanno notare come una misura di questo genere è sempre di natura emergenziale, a fronte della penuria di case popolari e di politiche strutturali che garantiscano il diritto all’abitare. D’altra parte però la cancellazione da parte del governo Meloni dei fondi per l’affitto rischia di trascinare (a fronte anche dell’inflazione galoppante e del caro bollette) in una condizione drammatica decine di migliaia di famiglie. In Italia, infatti, si registrano 150.000 sfratti esecutivi, di cui ben il 90% per morosità. Le famiglie in graduatoria per una casa popolare sono 650.000. Ecco nello specifico a quanto ammontava il contributo per l’affitto:

  • Una persona che viveva da sola prendeva fino a 780 al mese di RdC: fino a 500 euro come integrazione al reddito, più 280 euro di contributo per l’affitto
  • Una famiglia composta da 2 adulti e 2 figli minorenni aveva fino a 1.180 euro al mese di RdC: fino a 900 euro mensili come integrazione al reddito, più 280 euro di contributo per l’affitto
  • Una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 1 figlio minorenne prendeva fino a 1.280 euro al mese di RdC: fino a 1.000 euro mensili come integrazione al reddito, più 280 euro di contributo per l’affitto
  • Una famiglia composta da 2 adulti, 1 figlio maggiorenne e 2 figli minorenni aveva fino a 1.330 euro al mese di RdC: fino a 1.050 euro come integrazione al reddito, più i 280 euro di contributo per l’affitto

Una scelta drastica che cancella uno strumento di welfare ormai consolidato da più di vent’anni, per il quale regioni e comuni hanno ormai una capacità gestionale nella raccolta delle domande e nell’erogazione delle risorse. Di contro potrebbe invece passare una proposta della Lega che prevede lo stop alle imposte di registro, ipotecaria e catastale, applicate ai contratti di affitto. Una misura atta a sostenere esclusivamente i locatari, anche se le associazioni che ne rappresentano gli interessi sono specularmente preoccupate di vedere aumentare gli inquilini morosi.

Le proteste di sindacati e opposizione

A lanciare l’allarme è stato il sindacato Unione Inquilini. Il Responsabile Centro Studi e Ricerche Massimo Pasquini ha scritto sul blog del Fatto Quotidiano che di fronte alla Legge di Bilancio si resta sbigottiti per la scelta di colpire e annientare i poveri. E ha aggiunto che il contributo affitto fino a 280 euro era essenziale per le famiglie con redditi bassissimi. Venendo meno tale sostegno collegato al Reddito di cittadinanza, si potrebbe assistere a un aumento considerevole degli sfratti per morosità. Le opposizioni dal canto loro non hanno mancato di presentare emendamenti nel senso contrario. È il caso di Alleanza Verdi Sinistra che ha presentato due emendamenti, chiedendo al governo di rifinanziare il fondo morosità incolpevole con 200 milioni di euro e di ripristinare il fondo contributo affitto. Anche il Partito Democratico ha avanzato le sue proposte sulla casa, proponendo anche di implementare il finanziamento per 150 milioni in tre anni del Fondo nazionale di garanzia per la prima casa, che agevola chi vuole richiedere un mutuo offrendo garanzie pubbliche, e della stessa cifra il Fondo nazionale di garanzia per la locazione, che anche in questo caso mette sul piatto garanzie pubbliche ai locatari per aiutare chi è in difficoltà a ottenere un contratto d’affitto.