Reddito di cittadinanza-scuola dell’obbligo: il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che già nelle scorse settimane aveva parlato della possibilità di concedere il sussidio solo a coloro che avessero portato a termine gli studi, è tornato ora sulla questione nel corso di un’intervista rilasciata a Live in Bergamo, ribadendo quanto già dichiarato. “La scuola di cittadinanza è esattamente l’opposto rispetto al reddito di cittadinanza – ha spiegato -. La scuola di cittadinanza presuppone quella capacità della scuola di includere e di valorizzare i talenti di ciascuno e nel contempo la scuola che non disperde nessuno. Cosa vuol dire non disperdere? Vuol dire indurre i ragazzi a completare l’obbligo scolastico“.
Reddito di cittadinanza e scuola dell’obbligo: la proposta di Valditara
La proposta dell’attuale ministro dell’Istruzione parte da un dato, ricavato da una ricerca commissionata nell’ambito della modifica del reddito di cittadinanza disposta dal Governo Meloni, che ha fotografato la situazione dei precettori di sussidio per fasce anagrafiche, mostrando che “ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni”, di cui “11.290 possiedono solo la licenza elementare o nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media”. “Da qui la mia proposta – ha commentato il ministro – che è stata raccolta in un emendamento del gruppo della Lega di consentire il reddito di cittadinanza soltanto a quei ragazzi che abbiano espletato l’obbligo scolastico. Noi vogliamo che i ragazzi – ha aggiunto – possano avere gli strumenti per farcela nella vita, così come vogliamo affrontare il tema dei neet: quei ragazzi che non frequentano l’università, che non frequentano neanche un corso di formazione, non è giusto che abbiano il reddito di cittadinanza. Abbiano il reddito di cittadinanza – ha concluso – purché cerchino di costruirsi un futuro dignitoso”. Si tratta di una modifica che, per alcuni, potrebbe gravare sulle famiglie già in difficoltà, che non possono permettersi di mandare i figli a scuola; secondo il ministro, “non è così”. “Sono ragazzi dai 18 ai 29 anni – ha replicato -, ragazzi a cui il nostro sistema mette a disposizione le scuole per adulti. Noi finanziamo anche corsi di formazione. Noi incoraggiamo anche con finanziamenti a creare le premesse affinché un ragazzo possa farcela nella vita”.
Cellulari in classe sì o no? In arrivo una circolare del Ministero
Per quanto riguarda la questione dei cellulari – già a fine novembre il ministro aveva anticipato di voler vietarne l’uso in classe durante le ore didattiche per garantire a studenti e docenti un tempo di studio senza distrazioni – Valditara ha parlato di una circolare del Ministero che dovrebbe arrivare a breve. “Il cellulare in classe – ha spiegato – è vietato da una circolare, in molti casi disattesa, del ministro Fioroni del 2007. Il cellulare in classe può servire solo laddove sia autorizzato dal docente per finalità didattiche. Altrimenti è una mancanza di rispetto. Stiamo lavorando a una circolare. Immagino che i tempi non saranno particolarmente lunghi”. Una questione cara al ministro, quella del rispetto, che ha ribadito: “il rispetto nei confronti degli insegnanti è dovuto, il rispetto nei confronti degli studenti è fondamentale: vuol dire anche dedicare loro tutte le proprie energie per far crescere quel ragazzo, per valorizzare i suoi talenti. E poi anche il rispetto nei confronti dei beni pubblici che i presidi lamentano, spesso dopo le occupazioni”.
Pnrr scuola: il punto sulla situazione
In merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza in ambito scolastico, il ministro dell’Istruzione ha affermato: “Noi completeremo entro il 31 dicembre tre passaggi fondamentali: l’orientamento, che per me ha un valore cardine di consentire ai ragazzi e alle famiglie di poter scegliere; poi il dimensionamento, e voglio fare chiarezza sul fatto che non ci sarà nessuna chiusura di plessi scolastici, nessuna perdita di lavoro, interveniamo solo sulle istituzioni politiche; infine il tema delle materie stem, delle materie scientifiche”.