Dramma a Rho, zio e nipote muoiono intossicati dal monossido di carbonio. Tragedia familiare nell’hinterland nord-ovest di Milano dove nella serata di giovedì le autorità sanitarie del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso di due persone. Le vittime, di 43 e 17 anni, sono state tradite da un braciere che il più anziano aveva acceso come fonte alternativa di riscaldamento.
Rho, un altro caso analogo di intossicazione da monossido di carbonio
Non a caso, pare che la ragione alla base della tragedia fosse la totale assenza di riscaldamento all’interno dell’abitazione. Troppo forti e ravvicinate le esalazioni da monossido di carbonio nell’appartamento di Rho dove il 43enne, operaio di origini egiziane, viveva. Le prime testimonianze di chi conosceva in parte l’uomo conferma che fossero in corso dei lavori di ristrutturazione all’impianto energetico (l’immobile risulta di proprietà da circa due mesi del 43enne): a scoprire i contorni del dramma sono stati alcuni vicini di casa, che hanno contattato immediatamente le forze dell’ordine e l’ambulanza.
Da qui l’allarme si è immediatamente diffuso anche ai familiari delle vittime, con la moglie (e probabilmente madre del ragazzo) che ha constatato la triste realtà quando ha spalancato la porta di casa. Un episodio analogo si è verificato quasi simultaneamente nella frazione di Lucernate, dove a rimanere coinvolti sono stati mamma e due bambini intossicati: trasportati in codice giallo all’ospedale di Niguarda, non sarebbero in pericolo di vita. Scorrendo la cronaca quotidiana non è tuttavia raro imbattersi in scenari analoghi, quasi tutti accomunati da temperature interne rigide. In questo particolar caso, la chiamata al 112 sarebbe avvenuta intorno alle 21.00, con i vigili del fuoco del comando provinciale di Milano che hanno portato fuori le 3 vittime e arieggiato l’intera casa. Come detto, il ricovero in ospedale – fortunatamente – è avvenuto in codice giallo.