Morto Sinisa Mihajlovic. Una notizia che non avrebbe mai voluto ricevere. Per Sven Goran Eriksson non era un semplice giocatore, ma un amico e una persona speciale. “Un uomo intelligente e un grande giocatore. Era un generoso e una persona allegra, per chi lo conosceva era impossibile non volergli bene“.
L’ex tecnico, tra le altre in Italia, di Lazio Sampdoria e Roma, ricorda il campione serbo, scomparso oggi, con parole di affetto e grande stima. “Sinisa era un uomo vincente, era positivo, allegro era un piacere enorme parlare con lui ed è stato un piacere averlo conosciuto ed averci lavorato”.
Eriksson affida il suo ricordo di Sinisa Mihajlovic ai microfoni di Sky Sport. L’ex tecnico (di Roma, Fiorentina Sampdoria e Lazio in Italia) aveva un legame speciale con il campione, scomparso oggi all’età di 53 anni, dopo aver lottato contro la leucemia per oltre tre anni. Lo ricorda con grande affetto, stima e una commozione viva che se sente nella voce.
“Lui era vincente – dice Eriksson di Sinisa Mihajlovic – per lui arrivare secondo non esisteva. Era uno che giocava per vincere, sempre”. Lo conosce bene il tecnico svedese, che lo ha guidato nella Lazio dove insieme hanno vinto tanto.
Avevano un rapporto bellissimo e fu proprio Eriksson a vedere qualcosa in lui che lo spinse a spostarlo nel ruolo di difensore centrale. Lui lo ha trasformato e gli ha permesso di diventare ancora più grande, il campione che oggi tutti ricordano, prima alla Sampdoria e poi appunto nella Lazio più vincente degli ultimi anni.
Morto Sinisa Mihajlovic. Gli aneddoti di Sven
“È stato un onore lavorare con lui. E’ tutto molto triste, è triste che se ne sia andato e così presto, ma purtroppo è la vita”. Quando parla di lui, Eriksson lo accosta sempre ad un altro campione con cui ha lavorato e con cui ha mantenuto un rapporto straordinario, Roberto Mancini ora C.T. della nazionale italiana.
“Sinisa era come Mancini – continua a raccontare – era di un’intelligenza speciale. Non solo in campo. Era una grande persona e un giocatore intelligente”.
Da sempre, tanto che si era visto da subito che sarebbe diventato un allenatore. “Lui era un grande allenatore anche quando era giocatore, era nel suo destino diventare allenatore. Era una persona molto intelligente e generoso non solo un giocatore intelligente. Quando parlavamo delle partite e degli avversari o di quello che avremmo dovuto fare in campo prima delle gare, non avevo bisogno di dirgli troppe cose, capiva subito, lui e Mancini erano due allenatori in campo”.
Sinisa, apparentemente burbero e con un carattere che tutti riconoscono deciso, a volte anche duro, in realtà nascondeva anche tanta generosità, fin da quando era giovanissimo.
“Lui aiutava tutti, soprattutto i giovani, mi ricordo dopo ogni allenamento stava li con loro anche per insegnargli a battere le punizioni”. Chiunque lo abbia conosciuto e frequentato aveva subito visto oltre quel suo aspetto da ‘duro’, con cui nascondeva una grande umanità. “Era un uomo vincente e disponibile – conferma Eriksson – con tutti e per tutti ed era impossibile che non ti piacesse, era positivo era allegro era un piacere enorme parlare con lui”.
Il cordoglio di Bruno Conti
Il cordoglio del mondo del calcio sta sommergendo di messaggi il web. Messaggi di dolore e saluto per Sinisa Mihajlovic e tanti pensieri di affetto alla sua famiglia.
Tra i tanti si aggiunge anche Bruno Conti che dal suo profilo Instagram ha salutato così la scomparsa dell’ex giocatore e tecnico. “”Ciao Grande uomo, Grande papà, Grande marito. Sei andato via troppo presto, ci mancherai”.