A Como, in seguito al patteggiamento, una coppia formata da Antonio Sedino di 46 anni ed Elisa Cristhal Zanarotto di 30 anni, già arrestati a Gennaio dello scorso anno per truffa finanziaria, abusivismo finanziario (per avere svolto, senza la prescritta autorizzazione, servizi di investimento) e autoriciclaggio, oggi si è vista confiscare 3,4 milioni di euro dal Gip del tribunale della città lombarda.

La coppia ha perpetrato una truffa ai danni di almeno 160 investitori residenti in varie parti d’Italia prospettando loro che la società detenuta, l’Ixellion Ou fungeva da holding di un gruppo di aziende operanti nel settore dell’innovazione tecnologica e che era prossima la sua quotazione in borsa, ad oggi non verificatasi, indicando, nell’ambito di periodi diversi, varie piazze europee come quelle di Francoforte, Monaco, Malta, Parigi, Vienna e Lussemburgo.

Truffa portata avanti anche tramite tecniche di comunicazione a distanza come un sito web dedicato alla società, comunicazioni via mail e pubblicità su giornali finanziari. Le azioni della società in questione venivano vendute ad un prezzo oscillante tra 0,40 euro ed un euro ad azione, per tale reato è stata disposta la custodia cautelare in carcere per il componente del Board della IXELLION e degli arresti domiciliari per il componente del supervisory board della società nonché il sequestro, mediante oscuramento, del sito internet della società.

La collocazione dei titoli di investimento è stata svolta senza la prevista autorizzazione da parte di Consob, da cui la contestazione del delitto di abusivismo finanziario. Le successive indagini delle fiamme gialle lariane si sono quindi focalizzate sul rintraccio dei profitti illecitamente conseguiti e poi auto-riciclati dalla coppia. È stato in tal modo possibile individuare le autovetture, i gioielli e gli immobili di pregio nei cui confronti il Tribunale di Como ha disposto la confisca definitiva sino alla concorrenza del profitto dei reati commessi.

Como truffa finanziaria: maxi confisca

Il nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Como su richiesta della Procura della Repubblica, ha eseguito il provvedimento di confisca definitiva emesso a margine della sentenza di applicazione della pena quantificato in circa 3,4 milioni di euro.

La confisca ha comportato l’immediato trasferimento ai conti correnti del ministero della Giustizia di 378.850 euro, valore costituito da quote societarie e fondi pensione, nonché dal ricavato derivante dalla vendita effettuata da quattro automobili, tra le quali una Opel Corsa ed altre tre risultate di assoluto pregio (una Porche 911 Coupè, una Audi Q8 ed una BMW M3) che il tribunale aveva già disposto, nelle more della definizione del procedimento penale, per impedirne il deprezzamento.

La confisca ha quindi riguardato altri beni che verranno banditi all’asta nei prossimi mesi dal Tribunale di Como ed in particolare una villa di pregio con relative pertinenze sita in Como, dal valore quantificato in circa 630 mila euro, beni di lusso come monili, orologi e oggetti fabbricati con metallo prezioso dal controvalore stimato in circa 250 mila euro nonché altri beni di valore.

Tra questi compaiono anche i filamenti di nichel che la parte aveva fittiziamente appostato nei bilanci societari per circa 2 miliardi di euro, ma il cui valore è stato prudenzialmente valutato, dai periti del tribunale di Como, in un importo oscillante tra 200 mila euro e 1,2 milioni di euro. 

Gli elementi indiziari, raccolti in questa fase delle indagini preliminari, sono consistiti nella analisi della denuncia presentata da alcuni degli investitori, nelle audizioni di parte degli investitori, in intercettazioni di conversazioni, negli esiti di Ordini Europei di Indagine penale emessi dalla Procura della Repubblica nei confronti di vari Paesi della Unione Europea quali Estonia, Germania e Lussemburgo, cui è stata data esecuzione grazie alla preziosa collaborazione del desk italiano presso Eurojust.