Un allevatore di Caserta è stato ricoverato presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli dopo essere stato colto da un malore a seguito dell’abbattimento di alcuni capi di bestiame affetti da brucellosi.

Gli animali erano stati individuati positivi alla malattia in seguito ai recenti controlli, l’allevatore ha tuttavia chiesto al servizio veterinario dell’Asl di Caserta di eseguire le controanalisi per verificare che i capi fossero davvero infetti.

L’allevamento si compone prevalentemente di bufale, ma dalle notizie apprese pare che fossero dei vitelli gli animali malati. L’uomo ha accusato un malore subito dopo che questi sono stati trasferiti per essere abbattuti.

Immediatamente sono accorsi i sanitari del 118 per prestare le prime cure, ma data la gravità delle condizioni mediche ne è stato disposto il trasferimento con urgenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. L’uomo è stato ricoverato presso il reparto di terapia intensiva e non è escluso il pericolo di vita.

Dalle informazioni finora emerse pare che l’uomo abbia avuto un malore non collegabile alla malattia dei capi di bestiame. Tuttavia non è da escludere che l’episodio sia una manifestazione di un possibile contagio. La brucellosi infatti è trasmissibile dai bovini infetti all’uomo. Nelle prossime ore verranno eseguiti degli accertamenti medici per escludere con certezza tale eventualità.

La notizia è stata divulgata dall’Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, organizzazione integrata all’interno del Coordinamento di Associazioni di Allevatori Bufalini del Casertano che da anni sta pressando la Regione Campania affinché modifichi le procedure di eradicazione di bufale affette da brucellosi o tubercolosi al primo esame positivo.

È infatti stato evidenziato che questa problematica è particolarmente diffusa sul territorio casertano, con un numero fuori dalla media di capi positivi e di conseguenza abbattuti prima delle controanalisi.

All’uomo ricoverato e alla sua famiglia sono arrivate tante manifestazioni di affetto e comprensione per la difficile situazione. Prime fra tutte le parole di Gianni Fabbris, portavoce degli allevatori, che si è recato personalmente in ospedale per esprimere massima solidarietà da parte di tutto il Movimento e dei cittadini, con la promessa che l’eventuale abbattimento dei capi ingiustificato non resterà impunito.

Caserta allevatore colto da malore: che cos’è la brucellosi

La brucellosi è una malattia infettiva scatenata dai batteri del genere Brucella che prende il nome dal medico scozzese che per primo lo individuò: David Bruce.

La patologia colpisce prevalentemente bovini con l’insorgere di mastite e difficoltà a concludere una gravidanza. Non di rado vengono colpiti anche altri animali ruminanti, equini, suini e anche i cani. Un preciso ceppo del batterio invece interessa capre e pecore.

L’uomo può essere infettato in maniera indiretta. I microorganismi passano infatti alla specie umana dall’ingestione di latte non pastorizzato e i suoi derivati (ad esempio il burro) o carne infetta non adeguatamente cotta. La cottura per soli 10 minuti ad una temperatura di 70°C infatti elimina completamente il batterio. Inoltre, è possibile rimanere infettati dal batterio con il contatto diretto con l’animale malato, sia per manovre veterinarie sia per contatto con feti infatti alla nascita oppure per procedure di macellazione.

I batteri una volta penetrati nell’organismo arrivano nel sangue e vanno a colonizzare il fegato, la milza, i linfonodi, il midollo osseo, nei quali hanno le giuste condizioni per moltiplicarsi. L’organismo cerca di confinare l’infezione provocando però l’insorgenza di lesioni necrotiche o veri e propri granulomi con l’inevitabile ingrossamento degli organi colpiti.

Le manifestazioni sintomatiche principali sono l’insorgenza di elevati stati febbrili. sudorazioni profuse, debolezza, malessere, dolori muscolo-articolari diffusi e disturbi gastrointestinali, quali perdita di appetito, vomito, stipsi o diarrea.

Negli ultimi anni la diffusione di questa malattia negli allevamenti è stata notevolmente rallentata grazie al controllo sanitario non solo sui capi ma anche sui prodotti derivati e ad una maggior sensibilizzazione dei lavoratori a rischio contaminazione.

In Italia e in molti Paesi europei non è ammessa la vaccinazione degli animali per brucellosi, se non dietro richiesta di autorizzazione concessa in deroga dalle autorità sanitarie nazionali e comunitarie. Infatti in questi paesi la legge individua come contromisura lo sterminio completo dei capi infetti a seguito di analisi sierologica con esito positivo.