Gragnano bullismo: continuano gli episodi di violenza. Alle prime ore di questa mattina, 16 dicembre, i militari di Castellammare di Stabia avrebbero eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di cinque minori, accusati di aver bullizzato un 14enne di Gragnano, in provincia di Napoli, per ben tre anni. Secondo quanto si apprende, due degli indiziati sarebbero già indagati nell’ambito del procedimento penale relativo al suicidio di Alessandro Cascone, il 13enne che lo scorso 1 settembre aveva deciso di togliersi la vita, sempre a Gragnano, perché vittima di bullismo.
Gragnano bullismo: 5 le persone gravemente indiziate
Un 14enne di Gragnano è stato vittima, negli ultimi tre anni, di una serie di atti di bullismo, di fronte ai quali avrebbe esternato la volontà di togliersi la vita. A renderlo noto, i carabinieri, a margine delle indagini iniziate lo scorso settembre e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, che si sono concluse questa mattina con l’arresto, da parte dei militari di Castellammare di Stabia, di cinque giovani, tra i 15 e 18 anni, quest’ultimo ancora minorenne all’epoca dei fatti, accusati a vario titolo di atti persecutori per aver vessato ripetutamente il loro coetaneo per tre anni attraverso varie condotte, che sarebbero sfociate anche in una violenta aggressione fisica che avrebbe provocato alla vittima lesioni giudicate guaribili in 10 giorni.
Secondo quanto emerso dalla ricostruzione investigativa, la vittima sarebbe stata costretta a cambiare scuola nel corso dell’anno scolastico e, durante la frequenza del terzo anno di scuola media inferiore, avrebbe manifestato la volontà di suicidarsi. Le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizzi di colpevolezza a carico dei cinque minori, ora trasferiti in comunità. A tre degli arrestati – insieme a un quarto soggetto, non imputabile – viene contestata anche la rapina di un coltellino multiuso avvenuta nello scorso mese di aprile. Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, due dei minori sarebbero inoltre già indagati nell’ambito del procedimento penale relativo al suicidio di Alessandro Cascone, il 13enne di Gragnano che aveva deciso di togliersi la vita lo scorso settembre perché vittima di bullismo.
Il precedente: la storia di Alessandro Cascone
Alessandro Cascone, 13 anni, era morto dopo essere precipitato da un balcone della sua abitazione di Gragnano, lo scorso 1 settembre. Inizialmente si era pensato che potesse essersi trattato di un incidente: secondo gli inquirenti, il giovane avrebbe potuto perdere l’equilibrio mentre cercava di sistemare l’antenna del televisore; ben presto, però, l’analisi dei dispositivi informatici consficati a sei giovani imputati, tra cui diversi minorenni e una ragazza, l’ex fidanzata della vittima, tutti imparentati, aveva messo in luce altro. Con tutta probabilità, Alessandro aveva deciso di togliersi la vita dopo essere stato vittima di bullismo per diverso tempo.
A confermarlo, anche un tema scritto dal giovane. “I bulli si fanno forza in branco, ma presi singolarmente sono più deboli delle loro vittime”, sono le parole comparse nel componimento, risalente a circa un anno prima della scomparsa del giovane, forse già allora in cerca di aiuto. Tra i messaggi rinvenuti sul telefono della vittima – come aveva spiegato l’avvocato Mario D’Apuzzo, legale della famiglia Cascone – “si faceva riferimento in maniera violenta alla necessità che lui si togliesse la vita: ‘perché non ti uccidi’, ‘falla finita’, ‘siamo pronti a picchiarti'”. L’inchiesta aveva quindi portato all’accusa nei confronti dei presunti responsabili di istigazione al suicidio. Per due di loro la faccenda si sarebbe ora ulteriormente complicata.