Assassinio Kennedy documenti desecretati. L’amministrazione Biden ha deciso di rendere note più di tredicimila pagine finora rimaste segrete e legate all’assassinio dell’ex presidente John F. Kennedy, ucciso a Dallas, in Texas, nel 1963. Una svolta che è il culmine di una vicenda che va avanti da anni: già nel 1992, una legge sulla trasparenza aveva aperto le porte alla pubblicazione; poi, una serie di veti aveva bloccato tutto, soprattutto quando, nel 2017, l’allora Presidente Trump si era schierato a fianco di Cia ed Fbi, posticipando l’apertura degli archivi. Biden aveva poi ordinato l’ennesima revisione dei documenti, con lo scopo di diffonderli, cosa che adesso è successa, anche se, a quanto pare, la Casa Bianca avrebbe comunque deciso di mantenere “riservati” i file che potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale. Il risultato è la pubblicazione del settanta percento circa delle sedicimila pagine totali. Tutti sperano di vederci chiaro.
Assassinio Kennedy documenti desecretati, il presidente Biden: “Passaggio chiave”
I 13.173 file desecretati sono stati messi in rete sul sito web dei National Archives, gli Archivi di Stato. Il provvedimento era già stato anticipato da un messaggio inviato nel pomeriggio di ieri dal presidente Joe Biden: “La profonda tragedia nazionale dell’assassinio del presidente Kennedy – aveva dichiarato – continua a risuonare nella storia americana e nella memoria di molti americani che vissero quel giorno terribile”. “Pubblicare tutte le informazioni – aveva aggiunto – è un passaggio chiave per garantire il massimo della trasparenza del governo degli Stati Uniti”. I cosiddetti JFK Files, contenenti teorie e dettagli inediti sull’assassinio dell’ex presidente, sono stati tenuti a lungo riservati su pressione dell’intelligence, dalla Cia e dall’Fbi, preoccupate che la rivelazione delle identità degli informatori avrebbe potuto mettere a rischio la loro vita, anche a distanza di anni dall’accaduto.
Centinaia di nomi sono stati quindi cancellati e migliaia di documenti resteranno segreti, ma quelli pubblicati dovrebbero servire, nelle intenzioni della Casa Bianca, a chiarire che non si sia trattato di un complotto, confutando una volta per tutte le varie ipotesi, tra cui quella secondo cui l’attentato sarebbe stato una messinscena e il presidente Kennedy sarebbe ancora vivo. Molti di questi documenti sarebbero incentrati, in particolare, sui movimenti di Lee Harvey Oswald, l’ex marine accusato dell’omicidio nel quadro di una “cospirazione conservatrice” e a sua volta ucciso – all’interno del seminterrato della stazione di polizia di Dallas – prima che potesse essere processato da un certo Jack Ruby, noto alle autorità per i suoi legami con la mafia. Tra i file si parlerebbe anche di presunti contatti tra alcuni protagonisti dell’attentato e i Servizi segreti americani: sembra, ad esempio, che Oswald fosse un contatto della Cia da oltre un anno prima dell’omicidio di Kennedy e che la sua morte non sarebbe stata possibile senza l’aiuto di funzionari americani.
Considerata la mole dei documenti, è presumibile che nei prossimi giorni possano emergere altri dettagli interessanti; per ora, secondo quanto riportato dall’Agi, sarebbero però affiorate delle storie che riguardano l’Italia. In un cablogramma, un messaggio telegrafico trasmesso per cavo sottomarino, si parlerebbe ad esempio di alcuni articoli di giornale pubblicati dal Corriere della Sera e dal Messaggero circa il coinvolgimento di un agente Cia di stanza in Italia nell’attentato e del legame con il Centro Mondiale Commerciale, una sussidiaria degli 007 americani sospettata di essere stata usata dalla Cia per trasferire fondi in Italia per attività di spionaggio. In un altro si parlerebbe del tentativo da parte del Partito Comunista di utilizzare l’Unità per pubblicare foto che potevano essere imbarazzanti per l’allora ambasciatrice americana in Italia, Clare Luce, una diplomatica repubblicana che aveva provocato tensioni per il suo acceso anti-comunismo. E in un terzo documento si cita il ruolo di una donna, Annie De Quendoz, indicata come “amante sia di Che Guevara sia di Fidel”, cioè Fidel Castro. Tutti, ora, sperano di vederci chiaro.