Il governo tergiversa sul Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità. Una partita infinita che si protrae da almeno due anni quando, durante la pandemia, Giuseppe Conte ha firmato la riforma pur non avallando l’attivazione dello strumento. Intorno al Mes si è creata una partita tutta politica più che economica: da una parte i favorevoli e dall’altra i contrari che vedono, in lui, un cappio tutto europeista. Il Conte II, non a caso, ha spesse volte rimandato la questione passando la patata a Draghi che, per questioni tempistiche, non ha potuto approfondire. L’ex Premier è sembrato favorevole, tuttavia. Il centrodestra attaccò duramente Conte in quei giorni di lockdown. Celebre è al difesa dell’allora Presidente del Consiglio, in diretta nazionale, in cui disse che: “Il governo non lavora con il favore delle tenebre”. Ora che governa il paese, però, la questione si è magicamente fatta più complessa. L‘esecutivo ha fatto sapere, per mezzo del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, di voler rimettere la questione al parere del Parlamento.
Mes: Marattin attacca Giorgetti
Il Terzo Polo pungola e lo fa con la voce di Luigi Marattin. L’esponente di Italia Viva, a margine della commissione Bilancio, ha dichiarato:
Attivare il trattato non significa aderire al Mes, significa rispettare un impegno internazionale preso da un governo, il Conte I, di cui Salvini era peraltro vicepremier. Significa avere uno status di paese serio e non bloccare l’entrata in vigore per gli altri Paesi. È una melina inutile. Almeno spieghino perché non gli piace. Ho sentito dire che secondo il ministro Economia che sarebbe impopolare, quelli che fanno solo le cose popolari non si chiamano politici ma in altro modo.
L’area terzopolista è favorevole al Mes. Strumento nato per garantire assistenza finanziaria ai paesi membri che, pur avendo un debito pubblico sostenibile, trovino temporanee difficoltà nel finanziarsi sul mercato. E nello specifico, durante la pandemia, come linea di finanziamento per sostenere le necessarie spese sul fronte sanitario.
Le altre opposizioni
Favorevole anche il Pd come ha twittato il responsabile economico Antonio Misiani:
Solo ieri il ministro Giorgetti sul Mes aveva buttato la palla in tribuna. Oggi Lagarde ha dato la sveglia a lui e a tutto il governo Meloni. Il tempo della melina è finito, ratificare la riforma è nell’interesse nazionale dell’Italia.
Così come Più Europa. Queste le parole di Benedetto Della Vedova:
Sulla ratifica della riforma del MES aspettiamo subito un chiarimento di Giorgia Meloni. Dopo anni di propaganda anti-MES di Meloni e della destra, non ratificare o rinviare ancora imporrà sull’Italia lo stigma sovranista ed euroantagonista, esattamente ciò di cui l’Italia ha meno bisogno.
Più ermetico il Movimento 5 Stelle. Con Giuseppe Conte, tuttavia, che non si tira indietro nell’esternare il proprio disappunto su Giorgia Meloni viste le aspre accusa che questa le aveva mosso, nel 2020, quando Conte firmò la riforma. Questa, riporta l’AGI, una nota del M5s sull’argomento:
Con il via libera della Corte costituzionale tedesca alla ratifica della riforma del Mes è venuta meno l’ultima foglia di fico dietro la quale il governo Meloni nascondeva la sua imbarazzante indecisione su questo dossier. Alla presidente Meloni e al ministro Giorgetti, che ieri ha annunciato di voler rimettere la decisione al Parlamento nel disperato tentativo di liberarsi da questa patata bollente, torniamo a chiedere quale sia la posizione di questo governo guidato da chi, quando era all’opposizione, prometteva barricate contro questa ratifica. Il governo non ha più alibi: la smetta di nascondersi e abbia il coraggio di dire qual è il suo orientamento, se ne ha uno.